RLM 76: un azzurro?
Inizialmente, l’RLM 76 rimase una colorazione esclusiva dei velivoli da caccia, come specificato dal L.Dv. 521/1. Apparentemente, i primi esempi riscontrati di questo colore risalgono a qualche mese prima della pubblicazione del documento citato. Come suggerito dal nome stesso, Lichtblau, rinvenuto in un documento di fabbrica della Messerschmitt AG [4] , l’RLM 76 dovrebbe apparire anche sui velivoli come un azzurro chiaro. Effettivamente numerose fotografie, sia dei primi anni di guerra che degli ultimi, testimoniano la presenza di una sfumatura di azzurro estremamente chiara sul fondo di svariati aerei.
Esempi di RLM 76 nella versione azzurra
Osservando la foto sovrastante, si nota un altro caso in cui il colore appare visivamente più chiaro rispetto al campione mostrato dalla Farbtontafel del 1941. Lo stesso fenomeno si nota osservando anche una fotografia odierna di alcune componenti di un Messerschmitt Bf 109 G-10.
I due Gotha 242 sullo sfondo di questa foto rappresentano proprio l’evenienza descritta nella prima pagina di questo articolo. Si tratta appunto di velivoli che, nonostante le direttive del Sammelmitteilung 2, non sono stati evidentemente riverniciati, mantenendo così la propria colorazione in RLM 65 fino alla fine del conflitto.
Fino alla fine
Inoltre, l’RLM 76 azzurro apparve anche su uno dei caccia dell’ultimo minuto usati dalla Luftwaffe: il Focke-Wulf Ta 152 H. In particolare, il motore mostrato in questa pagina apparteneva al Ta 152 H-1 W.Nr. 150167, costruito approssimativamente nel febbraio del 1945, e sicuramente dopo il gennaio dello stesso anno. Ciò dimostra che, sebbene apparentemente destinata a specifiche parti (alettoni, pannelli del motore, coperture del carrello,…) e non all’interezza dell’aereo, la versione azzurra del Lichtblau venne impiegata fino agli ultimi mesi del conflitto.
È probabile che, a causa della delocalizzazione della produzione bellica tedesca, i produttori delle componenti appena citate, data la loro specificità e le dimensioni ridotte in confronto al resto del velivolo, abbiano avuto scorte sufficienti di RLM 76 azzurro per continuare ad applicarlo fino alla fine della guerra. Le parti più estese invece, come le ali e il corpo della fusoliera, prodotti presso gli stabilimenti aeronautici di maggiori dimensioni, ricevettero una verniciatura con una sfumatura differente, che sarà trattata fra poco.
Nonostante questa apparente limitazione del suo impiego, l’RLM 76 azzurro sembra apparire come colore di fondo anche sull’interezza di alcuni velivoli, come questo Messerschmitt Me 262.
RLM 76: un grigio?
Gli esempi appena mostrati sembrano confermare in modo inequivocabile l’esistenza dell’RLM 76 esclusivamente come un azzurro chiaro. Tuttavia, esistono innumerevoli fonti fotografiche osservando le quali risulta molto difficile, se non impossibile, affermare che l’RLM 76 mostrato contenga effettivamente tracce d’azzurro. Quello che, nonostante la sua denominazione come Lichtblau, appare in molte fotografie, sembra in realtà un grigio.
È significativo che questa particolare variante grigia sia apparsa relativamente presto durante la guerra, circa un anno dopo la versione azzurra, ammesso che questa distinzione sia effettivamente reale. Questa foto di un Focke-Wulf Fw 190 A-2 ad esempio, risale al settembre del 1942.
L’ipotesi di un RLM 76 grigio, addirittura tendente al bianco, appare ancora più evidente osservando le livree notturne di svariati velivoli. In particolare nello schema mimetico introdotto nel 1944, comprendente RLM 75 e 76. Tuttavia, oltre alla pura evidenza fotografica, non esiste alcuna fonte scritta che testimoni questo eventuale cambiamento, almeno secondo la documentazione nota fino ad oggi. Considerando che, come si è visto, l’RLM 76 nella sua versione azzurra appare fino al termine della guerra, è da escludersi che la versione grigia sia stata introdotta come una sua correzione o sostituzione. Questo perlomeno sui velivoli diurni.
Alcuni esempi di RLM 76, apparentemente grigio, su caccia diurni
RLM 76 sui velivoli notturni
Molte delle fonti fotografiche a colori raffiguranti caccia o bombardieri notturni, mostrano una colorazione non solo tendente al grigio, ma addirittura molto più chiara di quella presente sui velivoli diurni. In alcuni casi, qualora sia presente anche uno strato di RLM 22 Schwarz l’effetto potrebbe attribuirsi ad un maggiore contrasto fra il nero delle superfici inferiori e l’RLM 76 di quelle superiori. Tuttavia sono molti i casi nei quali, con una livrea in RLM 75/76, si nota comunque come quest’ultima colorazione sia molto simile ad un bianco.
Per gli aerei notturni dunque, si potrebbe ipotizzare che una schiaritura dell’RLM 76 sia stata introdotta per scopi mimetici, ma anche in questo caso si tratta di pure congetture.
Una soluzione ancora incerta
L’unica possibile spiegazione che si può fornire, nell’attesa che nuovi documenti storici tornino alla luce, è relativa agli ultimi due anni del conflitto. In questo periodo, a causa dei bombardamenti e della lenta ma costante perdita dei territori da parte del Reich, si verificò una progressiva scarsezza di materie prime, anche nel settore chimico e di manifattura delle vernici.
Non a caso è proprio in questo periodo che venne ordinato di lasciare le superfici inferiori dei velivoli parzialmente, o totalmente prive di verniciatura. La prima occorrenza di questa particolare usanza risale all’agosto del 1944, presso l’impianto di produzione Focke-Wulf di Sorau. È importante notare che le porzioni lasciate scoperte siano proprio quelle destinate all’RLM 76, segno probabile che parte dei pigmenti necessari alla fabbricazione di questa colorazione scarseggiassero. Non è da escludersi quindi che alcuni lotti di RLM 76 potessero presentare una sfumatura più tendente al grigio rispetto che all’azzurro.
RLM 76: un beige?
Infine, per ultimare l’analisi dell’RLM 76, è necessario menzionare un’ultima possibile variante di questo colore. Tale versione, riscontrata su alcuni velivoli durante l’ultimo anno di guerra, si discosta notevolmente dalle precedenti, a causa del suo aspetto più scuro e tendente addirittura al beige. Se da un lato questo fatto ha permesso di fare una distinzione certa rispetto alla versione azzurro-grigia dell’RLM 76, dall’altro ha aperto degli interrogativi sulla sua origine. Infatti, data la sua notevole differenza, si è a lungo dibattuto se non si trattasse di un colore completamente diverso, codificato quindi con un codice differente dall’RLM 76.
Ciò che ha indotto a pensare che si trattasse semplicemente di una variante di quest’ultimo è stato il suo impiego. Questo colore grigio-beige era infatti applicato sulle superfici inferiori e laterali dei velivoli, quindi esattamene come l’RLM 76. Inoltre, tutti i casi nei quali è stata fino ad ora riscontrata una simile colorazione sono rappresentati da aerei da caccia. Un simile cambiamento, dato l’atteggiamento inevitabilmente e fortemente difensivo assunto dalle unità della Luftwaffe negli ultimi mesi di guerra, potrebbe essere dovuto ad una maggiore efficacia mimetica.
L’RLM 76, nella sua versione grigio-azzurra, era adatto a quella che è chiamata livrea di superiorità aerea. Questo colore quindi, combinato ai due normalmente applicati sulle superfici superiori, serviva a rendere meno distinguibile il velivolo sia in volo che a terra. Tuttavia, considerando la situazione della guerra del 1945, con un costante aumento di attacchi a volo radente degli assaltatori alleati, rendere gli aerei meno visibili a terra divenne la priorità assoluta. Per raggiungere questo obiettivo, un colore più simile a quello del terreno, piuttosto che un azzurro-grigio assimilabile al colore del cielo, era decisamente più appropriato.
Dunque, in mancanza di documenti scritti che ne illustrino lo scopo, o di una descrizione dei pigmenti esatti usati nella produzione di questa vernice, quella appena illustrata è la spiegazione che l’autore ritiene più convincente.
Alcuni esempi della versione beige dell’RLM 76
RLM 76: conclusione
Dunque, ricapitolando le informazioni dibattute in questo articolo riguardo all’RLM 76:
- Questo colore venne introdotto come verniciatura per i velivoli da caccia con il L.Dv.521/1 del novembre 1941.
- Ufficialmente, l’RLM 76 è denominato come Lichtblau (azzurro).
- L’RLM 76 appare come azzurro in svariate fotografie e per tutto l’arco del conflitto a partire dalla sua introduzione.
- Esistono numerosi fonti fotografiche che mostrano la possibile esistenza di una possibile versione grigia, sebbene questa non sia testimoniata da alcuna fonte scritta.
- L’RLM 76 venne impiegato in modo massiccio sui velivoli notturni a partire dai primi mesi del 1944.
- Con il Sammelmitteilung 2 dell’agosto 1944 si sancisce la definitiva scomparsa dell’RLM 65 e la sua sostituzione con l’RLM 76 su ogni tipologia di velivolo.
- Durante gli ultimi anni di guerra, si nota un incremento delle apparizioni della versione grigia che, qualora questa esista davvero, è da attribuirsi ad una scarsezza di materie prime necessaria alla produzione di pigmenti.
- Durante il 1945, si riscontrano casi di caccia verniciati con una versione di RLM 76 grigio-beige, la cui introduzione potrebbe essere dovuta a scopi mimetici.
- La composizione o l’eventuale nome di quest’ultima versione restano attualmente ignote.
Impiego delle varianti di RLM 76 durante la guerra
In conclusione, si può affermare con certezza che l’RLM 76 sia apparso come un azzurro-grigio fino agli ultimi mesi del conflitto, come si riscontra sia in foto odierne che d’epoca. Più difficile è invece confermare l’esistenza di una versione completamente grigia di questo colore. Ci sono fonti scritte che ne accertino l’impiego? No. Si può negare in modo assoluto che esistesse una versione dell’RLM 76 priva di pigmenti azzurri? Nemmeno, dal momento che numerose fotografie sembrano testimoniare il contrario. La questione risulta quindi ancora aperta, similmente a ciò che si può affermare riguardo alla versione beige. Di questa si ha certezza dell’esistenza, tuttavia fonti certe che ne attestino il motivo dell’introduzione devono ancora essere scoperte.
Spero dunque che questo articolo, sebbene siano ancora molti gli aspetti oscuri dell’RLM 76, abbia permesso di fare un po’ di chiarezza riguardo al suo impiego e alle sue varianti. Come sempre i lettori sono invitati a scrivere nei commenti la loro opinione, che è sempre ben accetta o se volessero contribuire con eventuali nuove fonti.
Fonti
- [1] Michael Ullmann, Luftwaffe Colors 1935-1945, 2008, Hikoki Publications, pag. 230.
- [2] M. Góralczyk, G. T. Högl, J. Kiroff, N. Millman, M. V. Orlov, Real Colors of WWII Aircraft, 2019, AK Interactive, pag. 46.
- [3] http://www.clubhyper.com/reference/do335camomu_1.htm
- [4] Ivi.
- [5] Michael Ullmann, Luftwaffe Colors 1935-1945, 2008, Hikoki Publications, pag. 255.
- Christophe Cony, Jean-Louis Roba, Luftwaffe in colour, From Glory to Defeat 1942-1945
2 commenti
Intanto complimenti per la descrizione accurata che mi ha convinto che per le situazioni innumerevoli che si possono verificare in guerra sia spesso impossibile trovare uno standard specie nei colori di una mimetica. Uno dei difetti più importanti delle vernici è proprio la caratteristica chiamata viraggio del colore dovuta a il sole e a gli eventi atmosferici. Quindi riuscire a mantenere lo stesso colore nel tempo senza che acquisti sfumature diverse è difficile. È da tenere poi in conto che in guerra si deve attuare modifiche strategiche immediate sul campo, non solo ma si possono trovare sfumature diverse a seconda della diluizione applicazione ecc. Vi faccio un esempio che forse può essere utile. Ho prestato servizio a bordo della fregata militare ALPINO come meccanico di bordo che quando non avevano nulla da farci fare ci incaricavano di verniciare i locali, depuratore acqua locali timone ecc. Sapete quali colori usavamo? Quelli che avevamo, diluiti con la nafta perché magari mancava il diluente. Certo, si dava colori il più verosimili a quelli originali ma definire uno standard sicuro sarebbe stato impossibile. Per questo credo che sia molto esaustiva e più che sufficiente la vostra descrizione per un modellista che vuole sapere piuttosto i colori da non usare e poco realistici.
Grazie di nuovo.
Gentile Sig. Avanzino,
La ringrazio molto per le sue gentili parole per il suo commento. È un esempio decisamente chiaro della realtà dei fatti in ambito di verniciature militari, in cui, come ha detto, molte volte sono le necessità strategiche del momento e le contingenze ad imporsi su quelle che sarebbero le direttive. Sono molto felice che questo articolo sia stato di suo interesse e la ringrazio per aver scritto e aver portato la sua testimonianza. Se avesse altri commenti e pareri non esiti a scrivere di nuovo, sono sempre ben accetti!
Cordiali saluti.
Alessandro Orseniga