Focke-Wulf Fw 190D-9 “Rosso 1” Jagdverband 44

di Alessandro Orseniga
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Il Focke-Wulf Fw 190D-9, sebbene originariamente pensato come un caccia provvisorio, ideato nell’attesa dello sviluppo di nuovi velivoli con prestazioni superiori, risultò comunque un temibile avversario nei cieli d’Europa durante la fine del secondo conflitto mondiale.

Questo particolare modello, identificato come “Rosso 1” (W.Nr. 600424) , apparteneva allo Jagdverband 44: un piccolo reparto da caccia (infatti non è chiamato Jagdgeschwader, ovvero stormo da caccia) che operò sotto il comando dell’asso Adolf Galland.

Simbolo del JV 44

Il simbolo dello Jagdverband 44.

Il JV 44: Jagdverband 44

La nascita di questo reparto risale al gennaio 1945, quando venne espressamente richiesto da Adolf Hitler come un’elitaria unità da caccia a reazione. Tuttavia, ancora prima della sua costituzione, pareva chiaro che data la situazione in cui si trovava la Germania, una simile unità avrebbe avuto vita breve. L’esito della guerra era infatti chiaro già da tempo, e le risorse belliche tedesche stavano volgendo al termine. Il nome stesso, allude alla situazione disperata nella quale nacque lo Jagdverband 44. Scrive così Adolf Galland nel suo libro Il primo e l’ultimo:

Non era una squadriglia, non un gruppo, e neppure uno stormo. Si scostava completamente dall’articolazione e dal sistema di dipendenze fino allora abituali nella Luftwaffe. […] Finalmente mi venne quest’idea: Jagdverband 44, cioè formazione da caccia 44. La proposta piacque, ma bisognava ancora spiegarla. E io la spiegai così: “Prima di tutto la mia richiesta per la costituzione di una formazione di caccia a reazione era dell’anno ’44; in secondo luogo ci avrebbero dato, nel migliore dei casi, 44 apparecchi in tutto, ma probabilmente solo 4 + 4 = 8”.

E da ultimo, aggiunsi in dialetto berlinese “Visto che con un quattro sembra che non vada, proviamo con due!” Da quel momento ci chiamammo ufficialmente JV 44.

Adolf Galland, asso della Luftwaffe con oltre 100 vittorie aeree, nonchè Generalleutnant der Jagdflieger dal novembre 1941 al gennaio 1945, quando venne sollevato dal suo incarico dopo le ripetute critiche agli sconsiderati ordini dell’Oberkommando.

In questa descrizione, Galland parla di caccia a reazione, ovvero dei Messerschmitt Me 262, mentre non menziona i Focke-Wulf Fw 190. Il loro ruolo in quest’unità era infatti del tutto particolare, e sarà spiegato in seguito. Il personale constava di un tenente generale, due colonnelli, un tenente colonnello, tre maggiori, cinque capitani, otto tenenti e circa altrettanti sottoufficiali. [1]

Breve storia dello Jagdverband 44

Tornando allo Jagdverband 44, si trattava, organicamente parlando, di un reparto costituito da piloti da caccia dotati di una notevole esperienza: i cosiddetti Experten. Fra di essi, oltre a Galland, rientravano anche il colonnello Johannes Steinhoff, addetto all’addestramento dei piloti, Heinrich “Heinz” Bär, Gerhard Barkhorn, Erich Hohagen, Karl-Heinz Schnell e Walter Krupinski.

Originariamente, il JV 44 era stato pensato per operare dai campi di volo di Brandeburg-Briest, ma il 31 marzo 1945, poco dopo aver ricevuto i primi apparecchi, si trasferì presso München-Riem.

Qui, le sole 16 Staffeln dello Jagdverband 44 [2], operarono per le poche settimane seguenti in condizioni estremamente critiche. Le sortite dei velivoli americani erano all’ordine del giorno, e, racconta Galland, attorno alla pista di decollo ognuno si era dovuto scavare la propria buca-ricovero nella quale infilarsi in caso di attacco aereo. Proprio a causa di questi improvvisi attacchi dall’alto, il decollo e l’atterraggio degli Me 262 era ostico e pericoloso. Infatti questi aerei, velocissimi una volta raggiunto l’assetto di volo (quasi 900 km/h), alle basse velocità risultavano goffi e poco maneggevoli. Dei perfetti bersagli per i caccia della USAAF.

La Platzschutstaffel o Papagei Staffel
La platzschutzstaffel dello Jagdverband 44

Alcuni velivoli della Platzschutzstaffel dello Jagdverband 44, abbandonati all’aeroporto di München-Riem. Lo stesso destino toccò anche a Rosso 1. In primo piano il Focke-Wulf Fw 190D-9 Rosso 13. Dietro di lui il medesimo velivolo, codificato Rosso 3. Si scorgono inoltre tre Messerschmitt Bf 109 e, in lontananza, quello che sembra un Heinkel 111.

Per questo motivo, all’interno dello Jagdverband, venne costituita una piccola squadriglia che difendesse i caccia a reazione nei momenti più critici. Era la cosiddetta Platzschutzstaffel: letteralmente “squadriglia di difesa del campo di volo”. Costituita da Focke-Wulf Fw 190D-9 e D-11, la Platzschutzstaffel era agli ordini del Leutnant Heinz Sachsenberg, che volò ai comandi del suo Focke-Wulf Rosso 1. A causa dell’appariscente colorazione applicata a questi velivoli, la squadriglia venne umoristicamente soprannominata Papagei Staffel (Squadriglia pappagallo).

Fw 190D-9 Rosso 13 JV 44

Una stupenda foto che mostra in modo fedele l’aspetto originario di un altro aereo della Platzschutzstaffel: Rosso 13. Tenete comunque presente che si tratta di un’immagine colorizzata, che quindi non riporta esattamente quelli che erano i colori reali  (foto di RC colourisations).

La fine

Allo Jagdverband 44, nonostante la brevissima storia operativa, sono accreditati 47 abbattimenti, pur con la perdita di alcuni piloti, fra i quali il noto Günther Lützow. Il 26 aprile 1945, lo stesso Adolf Galland venne abbattuto da un P-51 Mustang durante un attacco contro una formazione di B-26 Marauder. Riesce comunque a compiere un atterraggio di fortuna. Vivo, ma ferito ad un ginocchio, Galland cede il comando all’Oberstleutnant Heinz Bär.

Dopo un altro trasferimento all’aeroporto di Salisburgo, il 3 maggio 1945, i piloti dello Jagdverband 44 diedero fuoco ai propri velivoli e si arresero alle avanguardie dell’armata Denvers, che avevano ormai raggiunto la città.

Rosso 1

Focke-Wulf Fw 190D-9 dello Jagdverband 44

Focke-Wulf Fw 190D-11 dello Jagdverband 44

Un Focke-Wulf 190D-11 dello Jagdverband 44. Sulle superfici inferiori si distingue il tipico motivo che valse a questa unità il soprannome di Papagei Staffel.

Rosso 1, pilotato da Heinz Sachsenberg era un Focke-Wulf Fw 190D-9. Munito di due mitragliatrici MG 131 da 13 mm e altrettanti cannoni automatici MG 151/20 da 20 mm disponeva di un notevole armamento offensivo. Questo caccia, spinto da un motore Junkers Jumo 213 A poteva raggiungere i 685 km/h a 6,6 km di altitudine. Se alimentato dal carburante speciale MW 50, il D-9 toccava addirittura i 702 km/h. Questo particolare modello, identificato dal Werk Nummer 600424 venne assemblato presso lo stabilimento di Kessel della Gerhard-Fieseler-Werke Gmbh (GFW). Rosso 1, venne abbandonato all’aeroporto di München-Riem dopo il trasferimento del JV 44 in Austria. I soldati della U.S. 45th Infantry Division lo ritrovarono nelle condizioni mostrate nelle foto di questa pagina. [3]

Ciò che sicuramente contraddistingue Rosso 1 da ogni altro suo simile, è il rosso sgargiante (forse RLM 23), alternato a sottili strisce bianche, delle sue superfici inferiori. La domanda che sorge spontanea è: perché applicare una mimetica ad un velivolo, quando poi è riverniciato in modo da essere distinguibile a chilometri di distanza? Il punto è esattamente questo!

Dal momento che i caccia alleati erano soliti effettuare attacchi radenti sui campi di volo dello Jagdverband 44, il modo più efficace per contrastarli non era certo quello decollare per scontrarsi in duelli aerei. In questi casi, era l’artiglieria anti-aerea ad entrare in gioco. Quella in dotazione agli aeroporti di München-Riem era costituita da batterie di cannoncini leggeri, probabilmente, Flak 38 da 20 mm [4].

I soldati che operavano queste armi non erano infallibili, e distinguere rapidamente un aereo amico da uno nemico era cruciale. Per questo motivo, i piloti della Platzschutzstaffel, decisero di facilitare il loro compito, onde evitare tragici episodi di fuoco amico. Ecco dunque spiegato il curioso motivo a righe applicato a tutti i velivoli della squadriglia.

Altre particolarità

Rosso 1 Heinz Sachsenberg

Le particolarità di Rosso 1 non sono finite qui. Sulla fiancata di sinistra, si nota, applicato a mano con una vernice bianca, un detto bavarese che recita:

Verkaaft’s mei Gwand, I foahr in Himmel

Tradotto letteralmente, significa: “Vendi i miei vestiti, me ne vado in cielo”. Ciò a cui probabilmente Sachsenberg si riferiva quando verniciò queste parole sul suo velivolo, era la consapevolezza che ogni volo, data la superiorità aerea alleata, potesse anche essere l’ultimo. Pare che l’usanza di scrivere una sorta di motto sul proprio velivolo fosse abbastanza diffusa fra i piloti dello Jagdverband 44, poichè sono molti gli aerei di questa unità che presentano tale caratteristica.

I piloti della Platzschutzstaffel dello Jagdverband 44

I piloti della Platzshutzstaffel, davanti a Rosso 3. Da sinistra a destra: Leutnant Karl-Heinz Hofmann, Hauptmann Klaus Faber, Leutnant Heinz Sachsenberg e l’Hauptmann Waldemar Wübke.

Un’altra peculiarità di Rosso 1 è, costituita dall’assenza dell’impianto radio FuG 16 ZY. Infatti la tipica antenna anulare che contraddistingue questo sistema non è presente. Si tratta di un sistema di radio-localizzazione, che permetteva di stabilire la rotta del velivolo nonchè la distanza dall’aeroporto di base. Questo dispositivo, entrato a far parte dell’equipaggiamento standard di molti caccia della Luftwaffe, come l’Me 262, l’Me bf 109 e lo stesso Fw 190, serviva a guidare i velivoli verso le formazioni nemiche, garantendo una precisa intercettazione. Dal momento che il compito di Rosso 1 era quello di abbattere i caccia dell’USAAF, sostanzialmente onnipresenti, non era necessario l’uso della Fug 16 ZY per determinarne la posizione. Sarebbero stati proprio i caccia statunitensi ad avvicinarsi all’aeroporto di München-Riem. Avere un peso inutile avrebbe comportato un’inutile riduzione di velocità.

Qui a confronto, la carlinga di Rosso 1, con quella di “Blu 12 + -” (W.Nr. 500570) dell’8./JG 6. Come si nota, la caratteristica antenna anulare che indica la presenza della FuG 16 ZY è assente. A destra, l’impianto radio FuG 16 ZY installato nella fusoliera di un Messerschmitt Me 262.

La punta dell’ogiva dell’elica, è verniciata di giallo (RLM 27), come è attestato da alcune fotografie a colori scattate da soldati americani al loro arrivo a Monaco.

Una rara foto a colori di un Fw 190 dello JV 44

In questa rara foto a colori, scattata da truppe americane presso Münich-Riem, si scorge un Fw 190 (forse proprio Rosso 1) con la tipica livrea del JV 44. Si nota il rosso sgargiante del ventre del velivolo, oltre alla punta gialla dell’ogiva dell’elica. A destra, ciò che rimane di uno Heinkel He 162 Folksjager. In alto a sinistra la coda di un Me 262.

Mimetica

I colori impiegati nella verniciatura di Rosso 1.

I colori impiegati nella verniciatura di Rosso 1.

Rosso 1 presenta il tipico schema mimetico dei caccia di fine guerra della Luftwaffe: RLM 81/82/76. L’RLM 82, il colore più chiaro fra i due presenti sulle superfici superiori, è abbinato alla versione intermedia dell’RLM 81 (versione 2). Questa, spesso erroneamente identificata come RLM 83, è applicata anche sulla cappottatura del motore. Quest’ultimo appare visivamente come un elemento sostitutivo, dato il forte contrasto fra la mimetica della fusoliera e quella presente su di esso. Un’altra ipotesi probabile è che sin dall’assemblaggio il modulo del motore avesse questa colorazione apparentemente sbagliata. Data la produzione delocalizzata delle industrie tedesche, è probabile che questo pezzo sia stato costruito e verniciato altrove, per poi essere assemblato con il resto del velivolo presso Kessel.

La fiancata destra. Si possono notare l’assenza del Werk Nummer sulla punta del timone, oltre al netto contrasto fra il modulo del motore e il resto della carlinga. Sotto l’abitacolo, sono evidenti i segni lasciati dal carburante, strabordato dal bocchettone di rifornimento.

Sulle ali, i colori sono applicati in un motivo non geometrico. Le stesse linee di contatto fra i due colori non sono nette, ma sfumano leggermente l’una nell’altra. Lo stesso vale per la porzione superiore della fusoliera. I lati sono verniciati in una versione piuttosto chiara e quasi biancastra di RLM 76. L’RLM 81 e 82 sfumano in un motivo quasi maculato lungo i fianchi della carlinga, fino scomparire, lasciando il posto all’RLM 76. Sul radiatore anulare al contrario, appare un netto distacco fra l’RLM 81 v.2 e il 76, possibile segno di una sostituzione, dal momento che è evidente la discontinuità con il resto della cappottatura del motore.

 

Il motivo a righe bianche e rosse applicato sulle superfici inferiori è in netto contrasto con l’RLM 76 sovrastante, essendo applicato senza alcuna sfumatura fra i due colori. Questo ricopre sia il fondo delle ali che della fusoliera, come anche gli impennaggi di coda e i portelli del carrello d’atterraggio. Le placche attorno ai tubi di scappamento, non sono nere, come a volte capita sugli Fw 190D, bensì lasciate in RLM 76. Tuttavia i fumi di scarico, in particolare sul lato di sinistra, hanno ampiamente sopperito a questa mancanza. Sempre da questo lato, si notano inoltre ampie scrostature di vernice, sia all’attaccatura dell’ala, che sul rivestimento del tettuccio.

L’elica, una VS 9 in legno, è verniciata probabilmente in RLM 70 Schwarzgrün anche se l’RLM 22 Schwarz non è da escludersi. L’ogiva invece, oltre alla punta in RLM 27 Gelb, è sicuramente di colore nero, ovvero RLM 22. Infine, il vano del carrello d’atterraggio, la struttura stessa del carrello e l’interno dei portelli, sono interamente ricoperti con una mano di RLM 02 Grau.

Insegne

Le insegne nazionali, in proporzione, di Rosso 1.

Accanto al numero “1”, di colore rosso e bordato di bianco, che campeggia sui fianchi della fusoliera, si trova una

Balkenkreuz di 600 mm del tipo B3. Sulle superfici superiori delle ali invece, compaiono due Balkenkreuz dai contorni bianchi e sottili, della tipologia B6. Le superfici inferiori invece, mostrano una versione piuttosto inusuale: la B1b. Questa tipologia di Balkenkreuz, non presenta i normali contorni bianchi, risultando una semplice croce greca di colore nero. È curioso come questo sia l’unico velivolo della Platzschutzstaffel ad essere caratterizzato da questa particolarità. La Hakenkreuz del timone di coda, di 530 mm, rientra nella tipologia H3; priva di qualunque bordatura.

Il werk Nummer sulla punta del timone compare esclusivamente sul lato di sinistra. Lo stesso vale per il simbolo dello Jagdverband 44, un quadrato a scacchi bianco e nero cerchiato di rosso, disegnato poco sotto la cabina di pilotaggio. Quest’ultimo sembra leggermente rovinato nell’angolo in alto a destra del quadrato, in corrispondenza di una scrostatura di vernice.

Ci tengo a specificare, che le svastiche presenti nelle immagini di questa, e di altre pagine del sito, non sono assolutamente volte ad arrecare offesa ad alcuno, e costituiscono esclusivamente parte della documentazione storica inerente agli argomenti trattati negli articoli.

Fonti
  • [1] Adolf Galland, Il primo e l’ultimo (secondo volume: La fine della Luftwaffe), 1972, Longanesi & C., pagg. 206, 207.
  • [2] https://military.wikia.org/wiki/Jagdverband_44
  • [3] Marc Deboeck, Eric Larger, Tomáš Poruba, Focke-Wulf Fw 190D camouflage and marking Part II, 2007, JaPo publishing, pag. 324.
  • [4] Henry L. deZeng IV, Luftwaffe Airfields 1935-45 Germany (1937 Borders), giugno 2014, pag. 453.

 

2 commenti

Giorgio Vaccaro 30 Ottobre 2021 - 14:36

Ottima ricerca ! Grazie 👍🏻😎

Rispondi
Alessandro Orseniga 30 Ottobre 2021 - 14:42

Grazie a te Giorgio!

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