Modello del Ta 152 H-1 “Verde 9”-Parte 3-cabina di pilotaggio

di Alessandro Orseniga
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Proseguendo nella realizzazione del mio modello di Ta 152 H-1, mi sono cimentato nella costruzione della cabina di pilotaggio. Sicuramente, per i modellisti amanti dei dettagli, questa è una delle parti più ardue da realizzare, data l’infinità di quadranti, levette, interruttori e apparecchi da riprodurre. In questo articolo vi mostrerò come ho creato vari dettagli aggiuntivi per l’abitacolo del Ta 152 “Verde 9” in scala 1/72, ma chiaramente, tutti i consigli si possono facilmente applicare ad ogni scala e modello.

 La struttura dell’abitacolo

Come primo passo, ho semplicemente verniciato la struttura di base della cabina, comprendente il pavimento e i pannelli con la strumentazione laterale. Ho utilizzato il Tamiya German Grey (XF-63) per riprodurre l’RLM 66. Si tratta di un grigio piuttosto scuro, adottato a partire dall’agosto del 1944, a seguito del Sammelmitteilung Nr.2, che ne standardizzò l’impiego per gli interni dei velivoli della Luftwaffe.

Considerando la grande quantità di anomalie e stranezze nell’ambito delle verniciature degli ultimi anni di guerra, ho effettuato alcune ricerche per indagare meglio. Per fare ciò, mi sono basato su alcune fotografie del rudere, Verde 4, unico Ta 152 giunto fino a noi e attualmente conservato presso la Paul E. Garber Restoration and Storage Facility di Suitland, Maryland, di proprietà dello Smithsonian Air and Space Museum.

Se da un lato il suo aspetto malconcio possa farlo apparire ben lontano dalle sue condizioni originarie, Verde 4 presenta ancora molti dettagli della sua verniciatura iniziale. Questo vale in particolare per gli interni che, sebbene usurati, non sono stati sottoposti alle riverniciature britanniche e statunitensi. Come spesso capita infatti, gli aerei non restaurati rappresentano fonti storiche molto più utili e veritiere, rispetto a quelli che spesso si vedono nei musei, come fossero appena stati fabbricati.

Il seggiolino del pilota

Aprendo il tettuccio e infilando la testa nell’abitacolo, il primo elemento che si può scorgere è il seggiolino del pilota. Si nota subito la colorazione grigio scura, sintomo dell’utilizzo dell’RLM 66. Si possono notare anche le cinture si sicurezza, leggermente ingrigite dal tempo e l’incavo sulla seduta, destinato ad un’imbottitura ora mancante. Quest’ultima, come in tutti i velivoli tedeschi dell’epoca, era rivestita in cuoio: un marrone scuro come il Tamiya XF-10 Flat Brown é quello che si presta meglio allo scopo. Il bordo della seduta é notevolmente usurato e scrostato dalla vernice, tanto da lasciare scoperto il metallo sottostante.

Sguardo negli interni del Ta 152 H-0

Un primo sguardo nell’abitacolo di Verde 9, un Ta 152 H-0, ancora in attesa di restauro presso la Paul E. Garber Restoration and Storage Facility. Si nota un primo abbozzo di riparazione, costituito dall’asse di legno applicata sul pannello dei comandi di destra.

Vista ravvicinata del seggiolino del Ta 152 H-0

Guardando dall’alto, si nota chiaramente l’usura della seduta. Dove ora è posizionato un blocco di polistirolo, si trovava originariamente un’imbottitura rivestita in cuoio. Dietro allo schienale si possono osservare gli agganci delle cinture di sicurezza, le cui sezioni inferiori sono chiaramente visibili. Le superfici dell’abitacolo e del seggiolino, ad eccezione delle chiusure dei compartimenti sul pavimento, sono interamente verniciati in RLM 66.

Nel mio modello non ho voluto riprodurre tale effetto. Sebbene simili tecniche di invecchiamento possano risultare molto belle a vedersi, non sempre rispecchiano effettivamente quella che é, o meglio era, la realtà. Verde 9 infatti é presumibilmente entrato in servizio nell’aprile del 1945. Un impiego durato meno di un mese non avrebbe mai lasciato segni così evidenti su alcuna parte del velivolo, cosa che invece, su Verde 4, dopo 70 anni di voli di valutazione, smontaggi, trasporti, assemblaggi e permanenze in vari depositi, risulta ben visibile.

Il seggiolino del mio modello di Ta 152

Data la mia smania di dettagli anche in scale così ridotte, ho voluto riprodurre le cinture di sicurezza. Non ho acquistato nessun kit aggiuntivo per creare questi pezzi. Per chi non lo sapesse infatti, esistono svariati dettagli acquistabili singolarmente per migliorare i propri modelli. Tuttavia, finché possibile, preferisco creare personalmente le parti aggiuntive. Anche perché, personalmente, penso che ci sia più soddisfazione nel creare con la propria inventiva piccole aggiunte per il proprio aereo.

Modello Ta 152

Rimuovendo la seduta, e dando un’occhiata nel vano retrostante, si notano le altre due cinture di sicurezza. Queste, rimaste più protette, hanno conservato meglio il loro colore originale, in particolare nella parte al di sopra delle fibbie.

Tornando al seggiolino, questo é munito di quattro cinghie, due agganciate al retro dello schienale e due uscenti dai lati della seduta. Le cinture del Ta 152 H-1 sono identiche a quelle degli Fw 190 (sia a motore radiale che in linea). Di conseguenza, per riprodurle, mi sono basato su un’illustrazione delle cinghie di questi aerei. Per crearle, ho proceduto tagliando con un bisturi sottili striscioline da un doppio strato di nastro carta, ottenuto incollando le facce adesive l’una con l’altra.

Le cinture di sicurezza
Cinture di sicurezza del Ta 152 H

Illustrazioni originali delle cinture di sicurezza dei caccia Focke Wulf, tratte dell’Ersatzteil-liste Fw 190 A und B, ovvero la lista dei componenti destinata all’assemblaggio industriale.

Seduta dell'Fw 190

Una moderna riproduzione della seduta di un Fw 190 A8. Come si può notare, risulta identica a quella del Ta 152 H-0 (e quindi H-1).

 

A questo punto, sebbene il colore del nastro carta si avvicini incredibilmente a quello delle cinghie del Ta 152, ho steso a pennello una mano di Tamiya XF-55 Deck Tan, allungato con una punta di bianco, per dare la sfumatura giusta e per irrigidire leggermente le striscioline. Per creare le fibbie e la chiusura, ho usato un filo di rame (diametro 0,2 mm), pazientemente sagomato, verniciato e applicato con colla cianoacrilica.

seggiolino modello Ta 152

Il risultato ottenuto nel mio modello di Ta 152.

Infine, ho aggiunto due piccoli triangoli di nastro, verniciati con un marrone piú scuro, alle estremità delle cinghie inferiori, per riprodurre la sezione finale e allargata delle cinture. Ho quindi applicato le quattro cinture al seggiolino sempre con colla cianoacrilica, per poi ultimare il tutto con un lavaggio ad olio nero. Questi cosiddetti lavaggi, consistono nel ricoprire parzialmente o completamente alcune porzioni del proprio modello con vernici ad olio per ottenere determinati effetti.

Il pannello degli strumenti
Foto del pannello strumenti originale di un Ta 152 H

Una foto originale del cockpit di un Ta 152 H. Si può notare la caratteristica leva di azionamento del carrello d’atterraggio idraulico, collocata all’estrema sinistra, sopra la manetta. È uno degli elementi chiave per distinguere il pannello strumenti di questo velivolo dagli altri caccia Focke-Wulf.

Procedendo la perlustrazione dell’abitacolo, lo sguardo non può che cadere sul pannello degli strumenti di navigazione. Purtroppo, quello originale di Verde 4 é praticamente distrutto, oltre che privo di alcuni quadranti. Quello che dunque si può notare in alcune foto, intatto e di colore verde, non é il cruscotto originario, bensì una riproduzione più recente. Ciononostante, la cavetteria del periodo bellico è sopravvissuta ed è possibile apprezzarne l’acceso colore giallo. Per quanto riguarda i quadranti invece, essendo strumenti standard e impiegati in moltissimi altri aerei della Luftwaffe, il loro colore è facilmente identificabile.

Inoltre, fra le mie ricerche, mi sono imbattuto in una stupenda riproduzione contemporanea, che è stata un ottimo riferimento durante la verniciatura dei vari strumenti.

Una delle caratteristiche principali del cruscotto del Ta 152 (come anche dei Focke-Wulf Fw 190) è la presenza di due sezioni separate. Quella superiore, realizzata in legno multistrato, comprende la strumentazione di navigazione e il contatore delle munizioni. Quella inferiore invece, costituita da un unico foglio di alluminio, alloggia gli strumenti indicanti i parametri del motore, dell’ossigeno e della pressurizzazione della cabina.

Galleria
Cruscotto restaurato del Ta 152 H verde 4

In alto a sinistra: il fascio di cavi che collega i vari strumenti ai rispettivi sensori e alla centralina elettrica. Qui se ne apprezza bene il colore giallo acceso. La manopola nera che si intravede al centro aziona il controllo manuale dei flap del radiatore. Si scorge anche una targhetta, indicante la presenza di elementi radioattivi. Infatti, le lancette e i numeri di alcuni quadranti, erano rivestiti con vernice al radio, per renderli visibili anche nell’oscurità. La pericolosità di questo elemento era all’epoca ancora sottovalutata. In alto a destra: la condizione in cui si trovava il cruscotto di Verde 4 prima del restauro. Sotto: l’attuale condizione del cockpit, parzialmente sistemato, sebbene la sezione superiore mostri un colore verde scuro poco attinente all’originale.

Cruscotto Ta 152 H sezione superiore

La riproduzione odierna della sezione superiore del pannello strumenti. Si può notare l’unità del mirino ottico Revi 16.

Due fotografie della sezione inferiore del pannello strumenti. Qui si notano distintamente i colori dei vari quadranti: rosso e giallo per la pressione dell’olio e della miscela, azzurro per la temperatura del liquido di raffreddamento, rosso per la temperatura dell’olio e giallo per l’indicatore del carburante.

In dettaglio si nota il manometro, indicante la pressione interna della cabina. Questa viene espressa in relazione alla pressione atmosferica equivalente ad una determinata quota. Ad esempio, se la lancetta segna 6,5 km, significa che nella cabina è presente una pressione pari alla pressione atmosferica misurata a 6,5 km di altitudine. Se la lancetta avesse raggiunto la sezione rossa, sarebbe stato necessario pressurizzare la cabina.

Dettaglio delle leve presenti nella sezione inferiore. Da sinistra a destra: le due maniglie superiori servivano rispettivamente a settare il sistema di controllo automatico del motore su “emergenza” e a sganciare l’eventuale serbatoio ausiliario. Le due manopole inferiori azionavano l’abbassamento istantaneo del carrello d’atterraggio (sinistra) e dei flap (destra).

Il mio risultato

Per riprodurre la cavetteria dei vari strumenti ho inizialmente applicato, dietro ad ogni quadrante, una piccola sezione di plastica cilindrica, per rappresentare il corpo di ciascuno strumento. Dopo avervi praticato un piccolo foro con un trapano manuale, ho quindi inserito dei sottili fili di rame (diametro 0,3 mm). Ho successivamente dipinto a mano con il Tamiya XF-3 Flat Yellow. Li ho quindi riuniti in un unico raccordo, convogliandoli verso destra. Questa è stata una decisione basata sulle fotografie contenute in questa pagina e sulle illustrazioni contenute nel Ta 152 H-1 und H-0 Elektrisches Bordnetz Beschreibung.

Per le leve della sezione inferiore invece, ho sagomato due piccole sezioni di filo di rame, dipingendone l’estremità di rosso e applicandole con colla cianoacrilica sul pannello degli strumenti. Infine, sezionando parti di sprue (la griglia alla quale sono fissate le parti dei modelli) il manometro indicante la pressione interna, che risultava mancante nel kit di montaggio. Per farlo, ho semplicemente forato a mano una sezione cilindrica dello sprue appositamente assottigliata, ottenendo così un piccolissimo anello. Questo sarebbe il bordo del quadrante, che ho poi incollato con pochissima colla da modellismo ad un quadrato di lato 2,5 mm sempre ottenuto sagomando la plastica dello sprue.

È estremamente importante, qualora dobbiate incollare parti così piccole, di usare una minima quantità di colla, poichè questa, per garantire la massima tenuta, scioglie parzialmente la superficie con cui viene a contatto. I pezzi di piccole dimensioni rischiano di essere fortemente compromessi da un eccesso di colla. In ogni caso, non preoccupatevi per la vostra pelle: la colla da modellismo reagisce esclusivamente con il polistirene e i suoi derivati. Comunque, consiglio sempre di indossare una maschera protettiva durante il suo impiego, per evitare di inalarne i vapori.

Tornando alla costruzione, ecco il risultato ottenuto:

Dettaglio del modello della cabina di pilotaggio di un Ta 152 H

I pannelli laterali

Se immaginassimo addirittura di sederci al posto di pilotaggio, ai nostri lati vedremmo due pannelli, altrettanto pieni di strumenti. Sintetizzando, su quello di sinistra troviamo il controllo della manetta, i selettori di flap, carrello d’atterraggio, e carburanti speciali e la regolazione del trim. Il pannello di destra invece ospita la centralina elettrica e l’interruttore d’avviamento principale.

Pannelli laterali cabina di pilotaggio Ta 152 H

Due foto che mostrano, sebbene piuttosto ammaccati e segnati dal tempo, i due pannelli laterali. Il pannello di sinistra, come già detto, è purtroppo gravemente danneggiato, e la maggior parte degli strumenti è mancante. Quello di destra invece, sebbene l’originario colore nero della centralina sia ormai svanito, è intatto e completo.

I pezzi contenuti nel kit della Dragon sono abbastanza fedeli all’originale, tuttavia privi di alcuni dettagli. Mancano infatti la leva della manetta e alcuni selettori del pannello di sinistra, che ho provveduto ad aggiungere. Chiedo scusa ai lettori più attenti e appassionati, che forse si accorgeranno del colore grigio della manopola della manetta nel mio modello. Il colore corretto infatti è il giallo, che ho provveduto a correggere solo dopo aver chiuso la carlinga. Questo mi ha impedito di fare nuove foto dell’interno senza ostruzioni, ma ci tengo a specificare questo dettaglio, così che altri modellisti possano evitare di cadere nel mio stesso errore. Nel modellismo, gli errori fatti su un modello, renderanno migliore quello successivo, ricordatevelo!

Il pavimento

Il pezzo fornito nel kit della Dragon. In questa foto, ho già assemblato i pannelli laterali oltre ad aver dato una mano di Tamiya XF-63 (RLM 66).

Spostiamo ora lo sguardo ai nostri piedi. A prima vista, quello che troviamo non è certo un bello spettacolo: uno sporco e

rugginoso pavimento, mai pulito in oltre 70 anni di attività. Tuttavia, anche in queste condizioni, si possono scorgere dettagli interessanti. Innanzitutto, possiamo notare come la botole dei fori di accesso al vano sottostante non siano

verniciate, e si presentino di color alluminio. Per riprodurre questa particolarità ho usato il Tamiya XF-16 Flat Alluminium.

Tuttavia mi sono limitato a verniciare leggermente la botola centrale, dando l’impressione che questa fosse inizialmente rivestita dall’RLM 66 e, data l’abrasione con gli stivali del pilota, si sia scrostata parzialmente. Spiegherò il perchè di questa scelta poco più avanti.

Inoltre, accanto alla base della barra di comando, o cloche, troviamo un braccetto perpendicolare, che entra nella paratia di destra. Si tratta dell’elemento che collega la cloche ai piani di coda, che permette all’aereo di muoversi attorno all’asse di beccheggio, picchiando o cabrando. Anche questo pezzo non era riprodotto, e ho provveduto a replicarlo con una sottile striscia di polistirene (non polistirolo, che sarebbe il polistirene espanso).

Pavimento del Ta 152 H-0

Osservando attentamente il pavimento, si potrebbe concludere che questo, insieme alle chiusure dei vani presenti su di esso, sia altrettanto privo di vernice, invece presente sui pannelli laterali (RLM 66). Effettivamente, questo è più che plausibile, dal momento che Verde 4 è un H-0, quindi un modello di pre-produzione e quindi realizzato in modo più “artigianale” rispetto ai velivoli di serie, gli H-1.

Questo è il motivo per il quale ho deciso di verniciare anche i portelli del pavimento in RLM 66. Infatti, l’aereo che sto riproducendo, Verde 9, è un Ta 152 H-1, prodotto in serie presso gli stabilimenti di Cottbus. È quindi probabile che abbia ricevuto una verniciatura standard, a differenza di un prototipo di pre-produzione quale è Verde 4.

Il risultato finale

Dopo aver aggiunto gli ultimi dettagli, incollati i pedali e rifinito il pannello strumenti, ecco il risultato finale.

Per saperne di più riguardo alla storia e alla tecnica di questo modello di Ta 152 H, non esitate a cliccare su questi link!

La costruzione del Ta 152 H-1 Verde 9, continua…

Fonti fotografiche

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5 commenti

Federico 4 Marzo 2021 - 00:47

Wow che lavoro! Complimenti!

Rispondi
Alessandro Orseniga 5 Marzo 2021 - 14:36

Grazie molte per il complimento!

Rispondi
Alessandro S. 13 Novembre 2021 - 18:28

Buon giorno sig A.O.
Innanzitutto complimenti per l’attenzione, l’ impegno e la passione che si notano anche solo da una sfuggevole visita in queste sue pagine. Complimenti e bravo.
Anche io sono un modellista, da qualche decade, diciamo, e sto finendo il mio 3°, 4° (?) Ta 152 H-1, questo in 1/48 stampo originale Trimaster reboxed Italeri.
Le chiedo info che non sono riuscito ad trovare altrove.

Il mio modello e l’ 1 verde da me arbitrariamente deciso essere uno dei 12 esemplari costruiti come intercettore (B-29!) d’alta quota Hohenjager: H-1 pressurizzato con MW + G-1.
Ho qualche difficoltà coi bocchettoni di rifornimento, o meglio; mi sono fatto una ragionevole idea per quello che riguarda il carburante (87 ottani per aerei equipaggiati MW/G-1) e per il serbatoio MW.
Il G-1 mi da più da fare.
Direi che il bocchettone di rifornimento del serbatoio cilindrico sia situato sul lato sinistro il alto vicino al tettuccio e sia l’ultimo sportello ovale verso la coda.
Non so perché mi sia fatta quest’ idea, forse perché nel Me 109 K il bocchettone è + o – nella stessa posizione?
Lo stampo Trimaster, però, ha nella stessa posizione, speculare un altro sportello uguale sul lato destro……. (mah #1) !
Inoltre. non sono riuscito a trovare un’ immagine dello stencil di servizio triangolare per il G-1 m(_ _)’
Ho trovato 2/3 diversi “triangoli” per l’ MW50, ma niente per il G-1.
L’ultimo candidato è un triangolo diviso verticalmente in tre parti rosso/bianco/rosso.
E dico questo solo perché l’ho trovato tra le mie decals senza altri riferimenti: poteva essere di un Me 109 (K) di Graf che feci anni fa’ ?? (mah #2) !

Se ha qualche dritta da darmi le sarei oltremodo grato.

Cordialmente
A.S. Modena

Rispondi
Alessandro S. 14 Novembre 2021 - 16:19

Oops, errata corrige ^^

Dovrei rileggere con più attenzione quello che scrivo: é dai tempi del liceo che me lo dicono……E magari dovrei anche non fidarmi troppo della memoria ^^

– Naturalmente parlo del GM-1
– Me 109: era il G-5 pressurizzato che utilizzava il GM-1. Il G-10 e il K-4 usavano l’ MW 50 ed il bocchettone
con relativo triangolo rosso o rosso/bianco era sul lato destro. :(

Vabbé pazienza. Come diceva Quello? “Se sbaglio mi corrigerete”. ^^

Saluti

A.s. Modena

Rispondi
Alessandro Orseniga 14 Novembre 2021 - 18:07

Gentile Sig. Alessandro S.,
Prima di tutto la ringrazio molto per il suo commento! È sempre molto piacevole sapere che questo sito possa essere utile e sia apprezzato da appassionati come lei.
Non si preoccupi riguardo alla svista, ci mancherebbe, è stato precisissimo! Capita a tutti!
In ogni caso, riguardo al suo dubbio, la sua idea è corretta. Il bocchettone di rifornimento del serbatoio cilindrico (GM-1) posto dietro alla cabina di pilotaggio è infatti situato poco sotto al tettuccio, sul lato sinistro della fusoliera. È chiuso con un tappo ovale posto al di sopra del vano di accesso del compartimento radio.
Effettivamente, come lei ha notato, anche a me lascia un po’ perplesso il fatto che il suo stampo Trimaster presenti un bocchettone uguale anche sul lato destro…Effettivamente era presente un altro portello simile sul lato destro, ma questo era di dimensioni leggermente inferiori ed era sì collocato alla stessa altezza, ma più lontano dall’abitacolo. Si trovava quasi adiacente al bordo del pannello nel quale si apriva. Secondo me, qualora i portelli sui due lati del modello siano esattamente allineati e identici, potrebbe trattarsi di un’imprecisione dello stampo.
Invece, in merito allo stencil identificativo del GM-1, effettivamente è stato difficile trovarne degli esempi. Nei rari casi in cui sia specificato però, sembra sia indicato con un triangolo discontinuo nero applicato attorno alla scritta “GM1” in caratteri maiuscoli. Le ho allegato un’immagine che penso renda il tutto più chiaro.
Spero di averle dato un aiuto a chiarire i suoi dubbi e, per qualunque altro dubbio o commento, non esiti a scrivere. Come le ho detto è un piacere! Buon lavoro con il suo Ta 152 “Verde 1”!
Cordiali saluti.

Alessandro Orseniga
Stencil identificativo GM-1 e posizione dei portelli.

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