Il Focke-wulf Ta 152 H è un caccia d’alta quota tedesco, che venne impiegato durante ultimi mesi del secondo conflitto mondiale. In questo articolo scopriremo perchè sia stato necessario sviluppare tale velivolo, necessario per creare un’efficace difesa aerea nei cieli d’Europa contro i bombardieri alleati.
La necessità di creare dei caccia che potessero operare ad alta quota, venne dettata in primo luogo dall’incremento dei bombardamenti inglesi sulla Germania. Era necessario infatti creare delle apposite unità che potessero mantenere i cieli sgombri dai velivoli alleati, e difendere efficacemente città e centri industriali. Tuttavia, anche la ventilata idea che la Wehrmacht dovesse assumere una strategia di guerra maggiormente difensiva fu cruciale.
I primi segnali
Già dall’autunno del 1941, Kammhuber, Mölders, e Galland, ovvero, il Generalleutnant del XII Fliegerkorps e due dei migliori piloti da caccia dell’aeronautica militare tedesca portarono la questione all’attenzione di Hermann Göring.
Convocati presso il castello di Veltenstein, vicino a Norimberga, fecero notare al Reichsmarschall, la criticità della situazione bellica. In particolare il tracollo dell’efficienza offensiva sul fronte ovest, nella battaglia d’Inghilterra. Infatti, a seguito dell’inizio dell’operazione Barbarossa, la maggior parte degli stormi impegnati sulla Manica si trasferirono sul fronte Est. Questo concedette un periodo di relativa tregua alla RAF, che poté risollevarsi e riorganizzarsi efficacemente. Parallelamente, la campagna in Unione Sovietica, sebbene inizialmente promettente, già dai primi mesi aveva messo in luce alcune debolezze della Luftwaffe.
Altro tema importante che i tre piloti portarono alle attenzioni dell’alto comando, fu l’incremento dei bombardamenti notturni da parte dell’Inghilterra sul territorio del Reich. Di conseguenza, sottolinearono l’urgente necessità di costituire delle apposite unità per attuare una difesa aerea efficacie. Nonostante ciò, le intenzioni di Hitler in primo luogo, del Reichsmarschall, e dei vertici dell’alto comando tedesco, erano ben lungi dall’attuare una politica di guerra difensiva. Questa scelta condannò pesantemente l’esito del conflitto e scatenò svariati contrasti fra generali e superiori, come più volte sottolinea Adolf Galland nella sua autobiografia.
Iniziano le campagne alleate di bombardamento
Il 14 Febbraio 1942, viene emanata l’Area Bombing Directive. Questa direttiva, impartita dal British Air Ministry alla RAF, prevedeva di fiaccare l’industria bellica tedesca e la morale della popolazione, attuando bombardamenti notturni incendiari e non, sulle città della Germania. Successivamente, con l’ingresso in guerra degli USA all’inizio del ’43, iniziò la pianificazione di operazioni congiunte, che prevedevano, come venne chiamato allora, un round the clock bombing. Queste operazioni, conosciute come Combined Bombing Operations, si basavano su una cooperazione fra USAAF e RAF, rispettivamente impegnate nei bombardamenti diurni e notturni. Una strategia che si rivelò devastante: nel solo 1944, caddero sulla Germania 904105 tonnellate di bombe.
Nasce la difesa aerea
Durante questi anni, la Reichsverteidigung (RVT), ovvero la difesa aerea del Reich, sebbene fosse stata inizialmente ostacolata nel suo sviluppo, trovò il favore anche dell’alto comando. Riuscire ad ottenere di nuovo la superiorità aerea nei cieli era ormai diventata una questione cruciale. La RVT si sviluppò in particolare grazie ad Albert Speer, ministro agli armamenti e alla produzione bellica, che spesso si oppose agli sconsiderati ordini dell’Oberkommando.
Le misure impiegate furono molteplici. Il potenziamento della cosiddetta “linea Kammhuber”, ovvero una rete di radar, dislocata lungo il fronte ovest, che potesse guidare i caccia notturna contro i bombardieri nemici. Parallelamente, si costituirono degli appositi stormi da caccia impegnati nell’intercettazione delle formazioni alleate. Infine, attorno ai centri abitati e alle zone industriali più importanti, furono dislocate numerose postazioni anti-aeree conosciute con il generico termine Flak (Flugabwehrkanone, ovvero cannone anti-aereo).
La caccia notturna
Il già citato Generale Kammhuber, ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo della caccia notturna. Questo nuovo sistema necessitava dell’uso combinato di sistemi di rilevamento, puntamento e attacco degli aerei nemici, da terra. Per questo serviva un’ampia rete di centri logistici, che si presentavano come bunker di notevoli dimensioni, dotati di impianti radar. Le sedi principali si trovavano, nel 1943, attorno alle basi degli stormi da combattimento notturno: Doeberitz, vicino a Berlino, Stade, Deelen, Metz e Schleissheim, vicino a Monaco.
Tuttavia questi apparati risultarono inizialmente poco efficienti. Infatti operavano tramite un sistema costituito da vari dispositivi radar e radio di terra detto “Himmelbett” che garantiva una massima efficacia solo ai velivoli dotati di scanner Lichtenstein B/C. Questo pesante apparato, date le dimensioni e il peso, era impiegato solo sui velivoli bimotori, come gli Junkers Ju 88.
I centri operativi radar raggiunsero la loro massima efficacia solo dopo numerose modifiche proposte dal Generalleutnant Josef “Beppo” Schmid, generale del I Fliegerkorps. Queste compresero non solo delle variazioni e semplificazioni dei dispositivi, ma anche una riduzione dell’organico impegnato, per garantire una maggiore semplicità e rapidità delle operazioni.
La caccia diurna
Chiaramente, accanto alla caccia notturna, con l’aumento dei bombardamenti statunitensi in pieno giorno, si svilupparono degli stormi adibiti alla caccia diurna. Generalmente questi stormi non erano unità nuove, quanto piuttosto delle riconversioni, in termini di organico e di equipaggiamento, di stormi preesistenti.
All’inizio del 1943 il fronte occidentale non era chiaramente privo di stormi adibiti alla difesa diurna, tuttavia questi erano rimasti pressoché invariati dall’anno precedente. In loco erano già stanziati tutti i Gruppen del JG 2 oltre alla squadriglia comando, la Stab/JG 26 e il II./JG 26 [1]. Tuttavia, a fronte di un notevole aumento delle azioni nemiche, divenne comunque necessario trasferire in Germania e in Francia forze precedentemente impiegate in altri teatri. Tuttavia questo compromise lo sforzo bellico sul fronte orientale e sulla Manica.
Gli stormi si spostano
Il primo reparto a raggiungere la Francia nel Gennaio del 1943 fu il I./JG 27, proveniente dal Nord Africa, seguito dal III./JG 54 rimosso dal fronte orientale e dislocato temporaneamente presso la base di Vendeville. Questi reparti erano equipaggiati con i Messerschmitt Bf 109 G-4 e G-6, alcuni di essi già dotati di gondole sub-alari per due cannoni automatici da 20 mm. Anche alcuni reparti originariamente basati in Germania vennero spostati verso Ovest, per intercettare più rapidamente i bombardieri statunitensi.
È il caso del primo e del terzo Gruppe del JG 1, dal 1° Aprile 1943 rinominati I. e II./JG 11 e poi trasferiti dalla Schleswig-Holstein all’Olanda [2]. Non è raro che Gruppen, o addirittura Staffeln appartenenti allo stesso stormo fossero basate in aeroporti dislocati in paesi differenti. Infatti, l’organizzazione gerarchica di ciascun Geschwader, era ristretta quasi esclusivamente ad ambiti amministrativi, mentre dal punto di vista operativo ogni squadriglia era totalmente indipendente dalle altre, anche qualora queste rientrassero nello stesso stormo.
Lo sviluppo tecnico
Dal punto di vista logistico, oltre ad una maggiore estensione, la difesa aerea diurna non subì notevoli trasformazioni. I risvolti più innovativi rientravano nell’ambito tecnico dei velivoli. Molti caccia monomotore adottarono armamenti più pesanti, ad esempio i cannoni automatici MK 108 da 30 mm. Alcuni bimotori, come i Messerschmitt Me 410, iniziarono ad utilizzare razzi da 210 mm, da scagliare in mezzo alle formazioni di bombardieri nemici. Un particolare reparto del JG 2, divenne solito applicare corazze aggiuntive all’abitacolo dei propri Focke-Wulf 190, soprannominati, in questa versione, Sturmbock (ariete).
L’impiego di velivoli già esistenti, opportunamente migliorati, non era tuttavia sufficiente. L’ascesa degli alleati nei cieli della Germania non era solo una questione numerica, ma anche tecnica. Divenne sempre più importante mettere a punto nuovi velivoli, che potessero competere efficacemente con gli ultimi ritrovati tecnici di USAAF e RAF.
Fra i caccia che la Luftwaffe adottò per creare una difesa aerea efficace vi sono il Messerschmitt Me 262, il Messerschmitt Me 163, il Focke-Wulf 190D e, appunto, il Focke-Wulf Ta 152.
È dunque questo il contesto in cui nacque il concetto di un caccia d’alta quota che potesse intercettare i bombardieri nemici mantenendo notevoli prestazioni anche alla loro quota di volo. Il Ta 152 era nato da un punto di vista concettuale, ma farlo decollare, fu un’impresa non priva di difficoltà.
Fonti
- [1] Fabio Galbiati, La caccia diurna della Luftwaffe 1939-1945, 2019, Edizioni Storia Militare s.r.l., pag. 125.
- [2] Ivi, pagg. 38, 40, 41.