Modello del Ta 152 H-1 “Verde 9” – Parte 1 – il blocco motore

di Alessandro Orseniga
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Personalmente sono un modellista abbastanza maniacale nella riproduzione di un velivolo e desidero che il risultato sia il più simile possibile all’originale. In questa sezione descriverò le ricerche che ho effettuato e la costruzione di un modello in scala 1:72 del Ta 152 H-1 “Verde 9”

Ovviamente, come un artista può realizzare una copia dal vivo, anche un modellista può essere aiutato se ha a disposizione il soggetto della sua creazione. Io non mi metto al pari di un artista, assolutamente, anche se, personalmente, penso che la grandiosità delle opere di alcuni artisti contemporanei sia piuttosto discutibile…Ma questo forse è dovuto al fatto che io non mi intendo di arte contemporanea. Bene: nel mio caso il soggetto che ho scelto non si può dire che sia esattamente in forma.

Verde 4

La sfortuna vuole infatti, che sia giunto fino a noi solo un Ta 152 H e che sia anche piuttosto mal messo. È situato alla Paul E. Garber Restoration and Storage Facility di Suitland, Maryland, di proprietà dello Smithsonian National Air and Space Museum. Questo superstite è praticamente privo della sua verniciatura originale e anche della sua forma se è per questo. Le ali e i piani di coda sono staccati dalla fusoliera, mentre non si ha notizia né degli pneumatici né tantomeno dell’elica. Di conseguenza, per riprodurre la mimetica originale, mi sono basato esclusivamente su foto, documenti d’epoca e odierni, seppure per qualche dettaglio anche “Verde 4” (questo era il numero identificativo originario del Ta 152 H-0 rimasto) si sia rivelato utile. Da ora in poi, per semplicità, chiamerò questo aereo “Verde 4”.

Anche se sono tentato di chiamarlo rudere: nell’immagine iniziale di questa pagina si può ammirare “Verde 4” in tutto, o quasi, il suo splendore.

Per quanto riguarda la disposizione dei pannelli della fusoliera, le giunzioni e altre parti strutturali, Verde 4 è stato invece di enorme utilità. Infatti, la definizione delle foto degli anni ’40, per quanto la nitidezza di alcuni originali sia davvero impressionante, è indubbiamente inferiore a quella delle foto odierne.

Il mio modello del Ta 152 H-1

Il modello di Ta 152 che ho deciso di realizzare è la versione H-1. Le uniche differenze con la versione H-0  consistono nell’aggiunta di sei serbatoi auto-sigillanti nelle cavità alari; non presenti nei modelli precedenti. Esternamente ci sono ben poche differenze fra Verde 9 e Verde 4. Di conseguenza il rudere è stato di grande aiuto per verificare la correttezza nella forma di determinati pezzi. Il kit che ho utilizzato per la realizzazione del modello è il Dragon 5008, in scala 1:72. Proprio la scala mi ha imposto la scelta della marca, perché, al momento dell’acquisto, la Dragon era l’unica azienda ad aver prodotto in maniera soddisfacente i pezzi del Ta 152 H-1 (per chi volesse costruire il proprio Ta 152 sconsiglio fortemente il kit della Revell 03981, perché le componenti sono stampate in modo parecchio grossolano e i dettagli scarseggiano. Quando dico parecchio intendo davvero grossolano).

Il blocco motore

La prima parte che ho assemblato per il modello del Ta 152 H-1 è stata quella del motore: uno Junkers Jumo 213E. In questo caso sono stato fortunato: il motore di verde 4 è un po’ arrugginito, ma intatto. Inoltre sul web e in molti libri sono presenti svariate fotografie e descrizioni dello Jumo 213 poiché questi motori, essendo stati impiegati anche su altri velivoli, sono meno rari del Ta 152 di per sé.

Ho iniziato assemblando il blocco motore e i vari annessi. Mentre il primo è abbastanza dettagliato vista la dimensione del pezzo (notare le sporgenze degli alloggiamenti dei pistoni), questi ultimi sono meno rifiniti e risultano piuttosto geometrici. Non ho aggiunto dettagli in questa fase poiché avevo già in mente le varie aggiunte che avrei fatto successivamente.

La mia idea originaria era infatti quella di costruire un cofano mobile per permettere sia la visione dell’interno del vano motore, sia per apprezzare la linea della fusoliera a cofano chiuso. Noterete proseguendo la lettura come questa mia idea abbia subito notevoli modifiche. Non sto però ad anticiparvi nulla per il momento.

La verniciatura

Per la verniciatura di questa parte ho osservato diverse immagini sul web oltre ad alcune foto che ho scattato personalmente al Deutsches Technikmuseum di Berlino. Nel motore esposto al museo si può notare come sia il blocco centrale che la testa del motore siano lasciati senza alcuna vernice e quindi risultano color alluminio. Il modulo del turbocompressore e vari dettagli sul retro sono invece di un nero lucido.

Junkers 213 A

Lo Junkers Jumo 213A del Deutsches Technikmuseum di Berlino. Pur non essendo la versione E montata sul Ta 152, questo è comunque un buon esempio da considerare per quanto riguarda la colorazione, trattandosi di un pezzo in ottimo stato.

Tuttavia, osservando altre immagini, mi è parsa più comune la verniciatura con colore nero non solo della parte frontale del motore, ma anche del corpo dello stesso. Nelle mie ricerche ho tuttavia trovato un’immagine d’epoca, scattata al primo dei prototipi del Ta 152 H-1, l’Fw 190 V 33/U1 (W.Nr. 0058, GH+KW [1] già citato in precedenza). In questa immagine si nota bene come il blocco motore sia di un colore chiaro, quindi alluminio, la copertura delle camere di combustione sia di un nero lucido, come anche la parte cilindrica del sistema di raffreddamento dell’olio, collocato sul ventre del motore (se non nera, comunque scura). Risulta però non visibile la parte frontale dello Jumo.

Foto storica Fw 190 V33/U1

Ecco la foto rinvenuta durante le mie ricerche dell’Fw 190 V 33/U1. Mi è stata molto utile in varie fasi della costruzione, poiché è uno dei pochi documenti che raffigurano uno Junkers Jumo 213 installato su di un Ta 152 o, perlomeno, su di un prototipo di questo velivolo.

Le mie scelte

Alla luce di questi dati, ho optato per procedere nel modo seguente per la verniciatura del modello:

  • Blocco motore: alluminio
  • Testa del motore: nero lucido
  • Chiusure camere di combustione: nero lucido
  • Sistema di raffreddamento dell’olio: nero lucido con elementi in alluminio
  • Turbocompressore: nero opaco con dettagli in alluminio

L’immagine qui a destra rappresenta fondamentalmente l’aspetto che desideravo ottenere per il mio motore.Junkers 213 Ci tengo però a precisare che non sempre ci si può fidare completamente di una fotografia moderna, perché molto spesso i restauri eseguiti su determinati pezzi non necessariamente rispecchiano lo stato originario dell’oggetto. Anche per quanto riguarda le foto d’epoca capita spesso di trovare varie versioni dello stesso motore, con varie colorazioni e verniciature. Ad esempio, nella foto precedente dell’Fw 190 V 33, il castello motore è di colore nero lucido, anche se le direttive di allora lo presupponevano di un grigio-beige, il RLM 02.

Il risultato finale
Costruzione di un modello del Ta 152 H-1

Alcuni scatti del mio modello di Ta 152 H-1: si nota l’aggiunta di un filo di acciaio galvanizzato (diametro 0,3 mm) che ho utilizzato per rappresentare l’impianto elettrico delle candele del motore. Notare il bordo interno e la ventola del turbocompressore verniciati in alluminio. Sulla ventola è stato anche applicato un lavaggio ad olio nero per evidenziarne le singole pale.

Costruzione di un modello del Ta 152 H-1

Il motore da un’altra angolazione. Il raccordo fra il turbocompressore e il blocco motore è verniciato con l’acrilico Tamiya “Neutral Grey”. Ho deciso di scegliere questo colore facendo riferimento alla foto di uno Jumo 213 E (quindi esattamente la stessa versione montata dal Ta 152) nella quale pare che il raccordo sia di un grigio più chiaro rispetto alle altre componenti. Tenendo conto però della resa fotografica degli elementi verniciati in nero, pare chiaro che questo grigio non si discosti poi molto dal loro colore: si tratta quindi di una sfumatura abbastanza scura.

Il castello motore

Per quanto riguarda il castello motore, come già detto, il colore ufficiale decretato dal Reichsluftfahrtministerium è l’RLM 02 Grau (grigio). Tuttavia, il Sammelmitteilung Nr.2, letteralmente “istruzioni collezionate (o raggruppate) numero 2” (ovvero un insieme di direttive riguardanti colori e schemi di verniciatura e mimetizzazione della Luftwaffe) del 15 Agosto 1944, stabilisce la sostituzione dell’RLM 02 con il più scuro RLM 66 [2]. Effettivamente, come si può ben constatare sia dal motore di Verde 4, ma soprattutto dallo Junkers Jumo 213 appartenente al Champlin Fighter Museum, il grigio dei supporti del motore pare essere più scuro di un semplice RLM 02.

Costruzione di un modello del Ta 152 H-1

A sinistra: lo Junkers Jumo 213 E appartenente al Ta 152 H-0 verde 4, ancora in fase di restauro. A destra: uno Junkers Jumo 213 E esposto presso il Champlin Fighter Museum. In entrambi i casi si può notare come i supporti del motore non siano neri, bensì di colore grigio (RLM 02 appunto) con i punti di aggancio, non verniciati, di aspetto metallico. Questi ultimi ho deciso di verniciarli con il Tamiya “Flat alluminium”. (Foto tratte da https://fockewulfta152h0.wordpress.com così come il 21/09/2020)

Il Sammelmitteilung Nr.2

Bisogna anche considerare che la direttiva del 15 Agosto ’45 pare si riferisca alla sostituzione dell’RLM 02 in merito agli interni (in modo generico). Tuttavia non si lascia intendere se ciò valga anche per le altre parti, verniciate in RLM 02, che non dovrebbero far parte di questi dubbi ‘interni’.  Per fare un esempio, salvo rare eccezioni (che vanno menzionate perché purtroppo ci sono sempre), il carrello di atterraggio dei caccia della Luftwaffe, designato per essere grigio RLM 02, è rimasto anche nel finire della guerra sempre verniciato con questo colore, come si può notare in varie fotografie di Bf 109 K o Fw 190 D-9, ignorando così le indicazioni della direttiva oppure, come sembra più logico pensare, non considerando le parti al di fuori dell’abitacolo come facenti parte degli interni.

Non si può però chiudere gli occhi davanti alle foto a colori di Verde 4; che non è stato restaurato e che, sebbene gli anni e l’usura, presenta chiaramente un grigio piuttosto scuro.

Colori RLM

Qui si può fare un confronto fra i due grigi in questione: l’RLM 02 utilizzato sin dagli albori della Luftwaffe e l’RLM 66 introdotto e codificato ufficialmente nel 1941.

Conclusioni – Il motore del mio modello di Ta 152 H-1

In conclusione, ho scelto una sfumatura di grigio più scura del Tamiya “RLM Grey” (che corrisponde all’RLM 02) perché come si nota dalle foto a colori e tenendo conto della direttiva sopra citata, non si può affermare che il colore originale sia esattamente RLM 02, bensì pare si avvicini di più all’RLM 66. Qui di seguito mostro il motore, ultimato: lo Junkers Jumo 213 modello E del Ta 152 H-1.

Costruzione di un modello del Ta 152 H-1

Ecco il risultato ottenuto. Gli agganci con il blocco motore sono verniciati in Tamiya “Flat alluminium” e all’intero castello motore ho applicato un lavaggio ad olio nero, sempre per evidenziarne i dettagli e renderlo più sporco e verosimile.

 

Per saperne di più riguardo alla storia e alla tecnica di questo modello di Ta 152 H, date un’occhiata qui!

[1] Dietmar Hermann, Focke-Wulf Ta 152 The Story of the Luftwaffe’s Late-War, High-Altitude Fighter, 1999, Schiffer Publishing, pag. 72.

[2] M. Góralczyk, G. T. Högl, J. Kiroff, N. Millman, M. V. Orlov, Real Colors of WWII Aircraft, 2019, AK Interactive, pag. 90.

1 commenti

Lina 5 Gennaio 2021 - 21:15

Preciso e meticoloso! Complimenti!!

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