Realizzando uno dei miei ultimi modelli, il Ta 152 H-1 “Verde 9” (W.Nr. 150168), ho intrapreso numerose analisi fotografiche e ricerche di vario tipo per riprodurne al meglio la livrea. Una volta conclusa, mi sono reso conto di quanti dettagli e particolarità essa presenti e soprattutto di quanto lavoro sia stato necessario per giungere a delle conclusioni soddisfacenti. Così ho pensato: “Perchè non condividerle con voi?”
In questa analisi non mi dilungherò troppo nell’illustrare la storia di questo aereo, che, qualora foste interessati, è meglio illustrata in questo articolo. Al contrario, cercherò di dare una visione il più accurata possibile della livrea di questo caccia, cosicché gli appassionati possano ritenersi soddisfatti, i modellisti possano dare più dettagli al loro modello e, chissà, magari qualche curioso possa addentrarsi con interesse in questo mondo!
Acknowledgements
Prima di addentrarci negli argomenti trattati vorrei ricordare tutte le persone che hanno contribuito allo sviluppo di questo articolo e che mi hanno sostenuto durante la sua stesura.
Vorrei ringraziare in particolare mio zio Fabio Mazzarino, la cui conoscenza ha scatenato la mia passione per la storia militare e il cui incoraggiamento è sempre stato presente, stimolandomi in ognuno dei miei lavori. Inoltre, vorrei anche ringraziare David E. Brown le cui revisioni, l’aiuto nel rintracciare le fonti e gli importanti contributi hanno reso questo articolo ancora più completo.
Ringrazio:
- Carlo Orseniga
- David E. Brown
- Fabio Mazzarino
- Lina Natale
- Riccardo Moneta
- Sofia Santosuosso
- Sonia Natale
Verde 9: un caso unico
Il Ta 152 H-1 codificato “Verde 9” (W.Nr. 150168) entrò in servizio presumibilmente fra marzo e aprile del 1945 presso il JG 301. Tuttavia, dopo la resa della Germania, il velivolo, allora stanziato presso l’aeroporto di Leck (nello Schleswig-Holstein, a sud della Danimarca), entrò in possesso delle truppe alleate. Venne quindi smontato, trasportato fino in Inghilterra ed infine rimontato presso il RAE di Farnborough. Qui ricevette le insegne della Royal Air Force oltre alla denominazione “Air Min 11” e la sua verniciatura originale venne parzialmente alterata. Nell’estate del 1945 il Ta 152 H-1 venne pilotato diverse volte dal pilota collaudatore della Royal Navy Capitano Eric Brown. Infine, nell’ottobree nel novembre dello stesso anno, fu esposto al pubblico, sempre a Farnborough, insieme ad altri aerei tedeschi catturati al termine del conflitto. Da questo momento in poi, la sua storia diventa piuttosto oscura ma, verosimilmente, “Verde 9” venne smantellato nello stesso luogo entro il 1946.
Come si è visto, le vicende vissute da questo velivolo furono le più disparate ed ognuna di esse ha inciso in modo più o meno intenso sulla sua verniciatura. Iniziamo quindi con il dare alcune informazioni su come si sarebbe dovuto presentare nella sua livrea originale, appena uscito dalla catena di montaggio.
Livrea di fabbricazione Ta 152 H-1 W.Nr. 150168: marzo 1945
“Verde 9”, prima ancora che ricevesse il suo numero identificativo, avrebbe teoricamente dovuto ricevere la verniciatura standard applicata ai caccia della Luftwaffe di fine conflitto: una livrea in RLM 81/82/76. Sfortunatamente, non esiste alcuna fotografia che ritragga “Verde 9” nella sua verniciatura originale. Quindi, per il momento, quelle di cui parlerò saranno supposizioni. Supposizioni che, tuttavia, cercherò di documentare il meglio possibile, in modo che la loro distanza dalla realtà sia la più piccola possibile.
Osservando le indicazioni riportate da questo documento, sebbene riferito al Ta 152 A (mai entrato in produzione), si può concludere che i due colori applicati sulle superfici superiori siano effettivamente l’RLM 81 e 82.
RLM 81/82 o 74/75?
Si potrebbe comunque supporre che questa direttiva, non contemplando il Ta 152 H, potrebbe risultare superflua nell’identificare i colori di quest’ultimo. Ad esempio, una valida alternativa potrebbe essere lo schema adottato fino a quel momento, formato da una combinazione di RLM 74 e 75.
Come descritto da Merrick (2004), un documento indicante questo schema (74/75) venne promulgato il 21 marzo 1944; periodo durante il quale i colori standard per le superfici superiori di caccia e Zerstörern erano RLM 74 (Dunkelgrau (grünlich)/Graugrün) e RLM 75 (Grauviolett/Blaugrau/Mittelgrau). Tuttavia questo documento venne rettificato il 1° novembre 1944, con i colori ora identificati come Farbton 81 e Farbton 82, senza alcuna descrizione ulteriore. Bisogna notare che il documento che prescrisse l’uso dell’RLM 81 e 82 al posto dell’RLM 74 e del 75 (il Sammelmitteilung 1) risale al 1° luglio 1944: quattro mesi prima.
Conseguentemente, un velivolo prodotto ben otto mesi dopo questa indicazione è assai improbabile che presenti ancora il vecchio schema.
Ciononostante, le fotografie risalenti alla fine del conflitto che ritraggono caccia monomotore verniciati ancora con questa configurazione sono molteplici. Fra di esse figura anche il Focke-Wulf Fw 190 V30, ovvero il prototipo del Ta 152 H, qui mostrato.
Schema mimetico iniziale
A questo punto potreste pensare che la teoria illustrata poco sopra, che ipotizzerebbe l’applicazione di RLM 81 e 82, faccia acqua da tutte le parti. Tuttavia, è bene tenere a mente che il documento 8-152.000-S.98 (novembre 1944) sia successivo a quello appena citato (del 21 marzo 1944), e ne sia appunto una rettifica.
La descrizione di The Aeroplane Spotter
Inoltre, ci viene in aiuto un articolo riportato su una rivista aeronautica dell’epoca, The Aeroplane Spotter, nel quale è descritto proprio il Ta 152 H-1 W.Nr. 150168, ovvero “Verde 9”. Nello specifico, questo aereo è descritto come:
Camouflaged, on the upper surfaces of the wings, fuselage and tailplanes, and the fuselage sides, in various shades of green.
Quindi, alla luce delle indicazioni riportate dal documento 8-152.000-S.98, con il supporto del reportage di The Aeroplane Spotter, e tenendo anche conto del diverso contrasto riportato sulle fotografie di “Verde 9” rispetto a quelle dell’Fw 190 V30, si può affermare con certezza quasi assoluta che i colori effettivamente riportati dall’aereo in questione siano l’RLM 81 e 82.
Questo fatto, volendo presentare un’ulteriore prova a favore, è più che confermato osservando le livree di altri velivoli contemporanei. La maggior parte dei caccia della Luftwaffe fotografati durante il 1945 presenta infatti una livrea in RLM 81 e 82. Si può notare su molti Fw 190 D-9 e D-11, diversi Me Bf 109 G e K oltre che sulla quasi totalità di Me 262 A. Velivoli in fase di restauro, oltre a frammenti originali ritrovati presso siti di schianto dei mezzi confermano l’adozione di questo schema sugli aerei citati.
Quale RLM 81?
Come descritto in questo articolo, uno dei due colori presenti sul nostro aereo è fonte di notevoli complicazioni. Il colore in questione è l’RLM 81. L’evoluzione e l’uso di questo colore, insieme all’RLM82 sono state descritte da Merrick e Hitchcock (1980), Ullmann (2000, 2002) e Merrick (2004, 2005). l’RLM 81 infatti apparve in almeno tre differenti sfumature, oggi normalmente identificate come RLM 81 v.1, v.2 e v.3. La prima e l’ultima di queste, sarebbero le uniche composte anche da pigmenti rossi. Questo fattore influenzerebbe la loro resa ottica, facendoli apparire come dei marroni (da qui il nome Olivebraun). Al contrario, la seconda versione, carente di questi pigmenti, appare come un verde scuro.
Poichè l’RLM non assegnò mai (nei documenti conosciuti) un nome descrittivo di questi colori, la denominazione venne affidata ai singoli stabilimenti di produzione. Un articolo riguardante questo argomento venne pubblicato da David E. Brown nel 1977 sul sito di modellismo Hyper-Scale.
Perchè escludere l’RLM 83?
Bisogna considerare anche nella nostra analisi il verde scuro apparso sui velivoli tedeschi durante l’ultimo anno di guerra e spesso identificato, ai giorni nostri, come “RLM 83”. L’autore discute la questione in questo articolo. La designazione numerica di questo colore apparve nel Sammelmitteilung 1 (1 luglio 1944), nel quale tuttavia non è presente alcuna descrizione della sfumatura. Negli ultimi anni si pensò dunque che fosse un verde scuro (Dunkelgrün).
Questa interpretazione, basata su fotografie, descrizione di incidenti aerei, frammenti di aerei, ecc… venne sviluppata da Smith e Creek, 1994, p.247; Smith e Gallaspy, 1977, pp.134, 136-137, oltre a Hitchcock.
Hitchcock (1983, p. 13), è interessante notare, affermò che il “Colour 83 has been officially recorded only as ‘green'”, ma senza riportare alcuna fonte.
Tuttavia, la scoperta di documenti, da parte del ricercatore Michael Ullmann (2003) ha provato che l’RLM 83 fosse in realtà un blu scuro (Dunkelblau), utilizzato nel teatro del Mediterraneo. Si ritiene dunque che quella erroneamente identificata come “RLM 83” non fosse altro che una delle varianti dell’RLM 81.
Da queste considerazioni sorge spontanea una domanda: quale delle tre versioni era presente sul Ta 152 H-1 W.Nr. 150168? In questo caso ci può tornare utile il già citato articolo di The Aeroplane Spotter, nel quale si parla di “shades of green” riferendosi a questo velivolo. Pare quindi che non ci sia alcun riferimento ad un eventuale marrone.
Schema mimetico delle superfici superiori
Per risolvere questo interrogativo una fotografia a colori sarebbe una vera manna dal cielo e, fortunatamente, ce ne sono diverse…Tuttavia queste fotografie non sono del Ta 152 H-1 W.Nr.150168, bensì di un H-0, ancora in fase di restauro presso la Paul E. Garber facility di proprietà dello Smithsonian National Air and Space Museum. Questo velivolo, originariamente “Verde 4” (150010), ha subito numerose riverniciature che hanno reso la sua livrea originale quasi del tutto irriconoscibile. Per questo motivo bisogna essere piuttosto cauti nel trarre conclusioni osservando questo Ta 152. Ciononostante, per quel poco che è possibile scorgere grazie ad una lieve carteggiatura delle verniciature successive, anche in questo caso non appare alcun marrone.
RLM 81 v.2
Dunque, concludendo, nulla vieta che siano esistiti Ta 152 H verniciati con ognuna delle varianti dell’RLM 81. Tuttavia, le uniche indicazioni valide attualmente disponibili fanno pensare ad un uso prevalente della seconda di queste versioni, ovvero quella verde. Nel caso specifico del Ta 152 “Verde 9”, secondo la descrizione di The Aeroplane Spotter, si tratterebbe sicuramente dell’RLM 81 v.2.
11 commenti
Complimenti, veramente una bellissima rappresentazione del 152 H.
Evidentemente la sua “mano felice” é tale nel produrre modelli, quadri tridimensionali mi piace chiamarli :-) sia nel comporre testi interessanti come la ricerca sui colori usati negli ultimi mesi di guerra.
L’ho appena letta, di corsa e mi é sembrata molto valida.
kudos to u, come sia usava dire tra noi coatti del web quando giocavamo videogames online ^^
Gentile Alessandro S.,
È un piacere sentirla di nuovo! Sono davvero lusingato per i suoi commenti, e la ringrazio molto! Mi fa sempre piacere che un appassionato apprezzi i miei articoli ed è bello per me poter ricevere le opinioni di altri modellisti, anche per capire se il mio lavoro possa essere utile per qualcuno e come renderlo migliore e più fruibile. Grazie per aver scritto, si senta libero di farlo quando vuole!
Cordiali Saluti.
Alessandro Orseniga
Buon giorno
Ho riletto (con altrettanto piacere della prima volta) la dissertazione sui ” various shades of green” e mi permetto di aggiungere una cosa devo aver visto da qualche parte.
Perché quelle buone lane dell’ Reich Luft Ministerium hanno cominciato a far verniciare i caccia (diurni) di verde quando alla Luftwaffe ed, aggiungerei anche a noi modellisti, andava e va benissimo la combo RLM 74/75/76 ?
In fondo un aereo deve (diciamo doveva) essere minimamente visibile nel suo elemento: in aria, in volo, in quota.
E quello lo svolgeva egregiamente la mimetizzazione fin’ allora utilizzata.
Il fatto é che quel posto là (in aria, in volo, in quota) dalla metà del “44 in poi era pieno di P-51, P47, Tempest e Griffon-Spits. Insomma, era diventato un postaccio !! ^^
A questo si aggiunga che c’era sempre meno benzina, fatto si é che gli aerei volavano sempre meno.
Non solo.
Gli aeroporti erano diventati dei luoghi malfamati dove i suddetti frequentatori erano usi scaricare quantità inimmaginabili di colpi da .50, 20mm, razzi, bombe di ogni tipo, forse anche sacchi del pattume e rifiuti pericolosi ^^.
Da qui il fatto che gli aerei restavano molto più tempo a terra dispersi sotto gli alberi e la necessità era di mimetizzarsi più come fossero panzer che velivoli.
Insomma, se adesso noi siamo qui a preoccuparci delle tonalità di verde invece di vivere nella comfort zone 74/75/76 anche questo dicevo… é colpa degli Americani !! ^^
Che sono speciali in quello: vedi quello che hanno combinato con l’ Olive drab. ^^
Saluti amichevoli.
AS.
Gentile Alessandro S.,
Mi fa piacere che anche rileggendo più attentamente il mio articolo questo continui ad essere di suo gradimento! Quello che dice è giustissimo e la ringrazio per il suo commento! Come ha scritto, le colorazioni introdotte verso la fine del conflitto (RLM 81 v.1, RLM 81 v.2, RLM 81 v.3, RLM 82) avevano lo scopo di adattare i velivoli alla strategia bellica adottata dalla Luftwaffe più marcatamente difensiva che offensiva. Si pensa infatti che l’intento principale di queste colorazioni fosse proprio mimetizzare i velivoli sui campi di volo piuttosto che in aria.
Grazie per aver scritto, lo faccia quando vuole, è sempre apprezzato!
Cordiali Saluti
Alessandro Orseniga
Check this site out for some different view of ‘green 9’. Note the pattern on the left wing.
Dear Charles,
Thank you for your contribution!
This is the site https://pwm.org.pl/viewtopic.php?f=12&t=76124&start=45
Ottimo lavoro! A mio avviso la cappottatura era un misto tra RLM 82 e RLM 66… tuttavia credo sia impossibile stabilire la precisa tonalità, erano velivoli mimetizzati in tutta fretta utilizzando quello che si aveva.
Caro Edoardo, grazie per il commento.
Sicuramente il colore esatto è molto difficile da stabilire, bisogna però tener conto che la standardizzazione della cappottatura può essere un fattore d’aiuto per determinarne la colorazione, dal momento che questa verniciatura è apparsa su diversi Fw 190 D e almeno due Ta 152 H. Confido che con ulteriori ricerche si possa arrivare a conclusioni più sicure.
Riguardo la foto con lo Ju 88 con la capottatura verde, noto che la pala dell’elica appare più scura rispetto al cofano motore, quindi potrebbe essere che la pala sia nel RLM 70 schwarzgrün più scuro e il cofano nel RLM 71 Dunkelgrün. Di conseguenza il cofano motore del verde9 potrebbe essere RLM 71.
Poi, giusto per divagare, visto che è il bello del modellismo, su alcuni FW 190 Dora, i meccanici applicavano sulle giunzioni delle pannellature inferiori dell’ala, in corrispondenza dei serbatoi, una specie di stucco di colore marrone-rossiccio per prevenire le perdite di carburante, il quale apparivano come delle striscioline irregolari sul RLM 76 di fondo, creando un effetto a parer mio bello, che ho riprodotto sul mio modello. Può essere che lo stesso procedimento sia stato usato anche sui Ta 152?
Caro Moreno,
Grazie mille per il tuo commento e per il tuo parere; mi trovi estremamente d’accordo con la tua riflessione riguardo al confronto tra le pale dell’elica e il cofano del motore dello Ju 88.
Per quanto riguarda lo stucco applicato sui pannelli del ventre alare, non escluderei a priori che potesse essere applicato anche sui Ta 152. Bisogna considerare tuttavia che questi velivoli sono stati impiegati operativamente ben dopo i Focke-Wulf 190 D, e che, vista la situazione bellica nella primavera del 1945, la manodopera fosse ridotta all’essenziale. Potrebbe darsi quindi che lo stucco non fosse applicato sui Ta 152 per questioni di tempo ma, mancando completamente fonti certe a riguardo, sicuramente è un dettaglio plausibile che aggiunge carattere ad un modello.
Ti ringrazio ancora per il tuo commento e per aver espresso il tuo parere. Qualora volessi, non esitare a farlo anche in futuro!