Superfici inferiori
La guerra sta volgendo al suo termine; siamo già nel 1945: i nuovi caccia della Luftwaffe hanno sicuramente le superfici inferiori verniciate in RLM 76…O quasi! Ci sono infatti almeno due questioni che dobbiamo discutere per poter fare affermazioni plausibili: quale sia la sfumatura di RLM 76 utilizzata e verificare la presenza di pannelli non verniciati.
RLM 76: sì, ma quale?
Similmente al caso dell’RLM 81, anche il 76 è esistito in non meno di due varianti cromaticamente differenti. I lettori possono trovare maggiori informazioni a riguardo in questo articolo. Di conseguenza, anche per le superfici inferiori dovremo indagare più a fondo per scoprire quale delle due sia stata impiegata. Continuando la lettura di The Aeroplane Spotter ci imbattiamo in un’altra considerazione riguardo a “Verde 9”:
The whole of the underside of this particular machine, “Werke Nr.” 150168, is sky blue.
Ottimo! Pare che il problema sia risolto: l’RLM 76 utilizzato è il v.1, avente una leggera sfumatura azzurra. Prima di giungere a conclusioni affrettate però, consiglio ai lettori di proseguire nella lettura, per scoprire come l’informazione contenuta nella citazione sia piuttosto grossolana o addirittura incorretta.
Questa descrizione dunque non basta. È necessario trovare ulteriori indizi che possano confermare questa ipotesi. Si potrebbe ricorrere ad un confronto con la livrea di “Verde 4” (W.Nr. 150010), ma questa è attualmente ancora compromessa ed è impossibile scorgere il colore inferiore originale al di sotto delle verniciature postbelliche. Pare che siamo giunti in un vicolo cieco: niente indicazioni scritte, nessuna fotografia a colori, nessun reperto affidabile. O forse no?
Lo Junkers Jumo 213 E del Ta 152 H-1 W.Nr. 150167
Siamo stati abbastanza fortunati da avere ancora a disposizione (almeno in forma fotografica) uno Junkers Jumo 213 E installato su di un Ta 152 H-1 ancora provvisto della cappottatura del radiatore. E non si tratta di un Ta 152 qualunque, ma del W.Nr. 150167; ovvero quello immatricolato immediatamente prima di “Verde 9”. La così stretta correlazione fra queste due macchine ci permette infatti di desumere che le caratteristiche dell’una siano piuttosto simili a quelle dell’altra, perlomeno nell’ambito del loro aspetto non appena usciti di fabbrica.
Si dia proprio il caso che nell’unica porzione originale dei pannelli di rivestimento del radiatore anulare si intraveda una certa sfumatura azzurra, segno tangibile dell’effettivo uso dell’RLM 76 v.2.
Grazie a questo dettaglio, effettivamente, non possiamo trarre conclusioni certe. Tuttavia è possibile comunque desumere con una buona approssimazione che anche nel caso del W.Nr.150168 si sia riscontrata la stessa verniciatura.
Tra l’azzurro e l’alluminio
La seconda questione sorge a causa di una tendenza piuttosto diffusa sul finire della guerra, ovvero quella di lasciare determinati pannelli delle superfici inferiori dei velivoli privi di verniciatura. Occorre quindi accertarsi se sia o meno questo il caso del nostro caccia. Innanzitutto, almeno per questa volta, possiamo ricorrere ad informazioni ufficiali. Osservando più nel dettaglio il documento 8-152.000-S.98 “Sichtschutzanstrich TA 152” infatti noterete la seguente dicitura nella legenda:
Flugzeugunterseite bleibt
ohne Sichtschutzanstrich.
Che, tradotto letteralmente, significa: “La superficie inferiore del velivolo rimane priva di verniciatura mimetica”. Dunque sembrerebbe che anche nel caso del Ta 152 fossero previsti alcuni pannelli (o addirittura tutti) da lasciare con il loro aspetto metallico. Sfortunatamente, l’indicazione della direttiva sembra entrare in conflitto con la realtà dei fatti, testimoniata da diverse fotografie raffiguranti dei Ta 152 H perfettamente verniciati.
Qualche eccezione
Ciononostante, alcuni scatti sembrano lasciare ancora qualche speranza all’assunzione dei pannelli non verniciati. Ci sono infatti alcuni Ta 152, sia della versione C che della H, che effettivamente presentano il ventre delle ali parzialmente o totalmente privo di colorazione. Nel caso specifico del Ta 152 H, pare che la porzione ricoperta dall’RLM 76 comprenda all’incirca solo la parte anteriore dell’ala, oltre agli alettoni e agli ipersostentatori (flap). La zona compresa fra queste due “strisce” appare di un colore metallico piuttosto scuro. Non si deve infatti pensare che ogni qualvolta che si incontri una superficie metallica su un aereo allora questa debba essere necessariamente cromata e scintillante come le livree di alcuni P-51 o B-17: tutto dipende dal materiale con cui il velivolo è fabbricato.
Tornando a noi, dunque, abbiamo stabilito che effettivamente esistano dei casi nei quali i Ta 152 H avessero delle superfici alari inferiori parzialmente non verniciate: ma è questo il caso di “Verde9” ?
Analisi fotografica
Per trovare risposta possiamo innanzitutto verificare se questa caratteristica sia riscontrata anche sul W.Nr. 150167. Effettivamente, le superfici inferiori di questo velivolo presentano la verniciatura parziale appena descritta.
In ogni caso, la questione non è certo risolta. Avendo a disposizione delle fotografie proprio del W.Nr. 150168, è possibile verificare se anche questo velivolo presenti la tanto incerta porzione non verniciata. Osservando ad occhio nudo le molteplici fotografie di “Verde 9” nella sua “livrea RAF” è difficile determinare se effettivamente il ventre delle ali mostri due colori diversi. Aumentando il contrasto complessivo delle fotografie risulta però evidente una demarcazione piuttosto netta fra la parte anteriore e posteriore dell’ala.
Variazioni di contrasto e luminosità
Tuttavia, si potrebbe controbattere che, in questo modo, si starebbe agendo sul contrasto di una scansione della pellicola originale e non direttamente sul contrasto della fotografia. Questo è indubbiamente un punto critico. Al contrario, si potrebbe però riflettere su come sia possibile che una superficie quasi piana come il ventre di un’ala possa creare un effetto d’ombra (se di ombra si tratta) così netto a metà di essa.
Questo è il primo dei due motivi che fa vacillare l’accuratezza del reportage di The Aeroplane Spotter del quale, se i lettori ricordano, ho scritto poche righe sopra.
Un piccolo dettaglio aggiuntivo: i flap
Uno dei dettagli di questo velivolo più difficili da notare è forse proprio quello che stiamo per analizzare. Poche righe sopra, è stato osservato come alcune delle porzioni inferiori del velivolo siano state lasciate nella loro grezza finitura metallica. Questo destino pare sia toccato anche alla metà interna delle superfici degli ipersostentatori.
Questo fatto, attualmente, è stato riscontrato solamente su un altro Ta 152 H fotografato presso Leck alla fine del conflitto. Il numero seriale di questa macchina è incerto e le fonti disponibili lo identificano sia come W.Nr. 150169 che come W.Nr.150004. In ogni caso, è assai improbabile che questa caratteristica sia dovuta a riparazioni di danni subiti in combattimento vista la brevissima vita operativa di questi velivoli. Al contrario, si potrebbe pensare che l’impiego di componenti non verniciate fosse volto ad una maggiore rapidità produttiva; intento che caratterizzò notevolmente la produzione bellica tedesca dell’ultimo anno di guerra.
Conclusioni: superfici inferiori
Ricapitolando, si ha la certezza che il velivolo immatricolato immediatamente prima di “Verde 9” presentasse delle superfici inferiori parzialmente non verniciate. Per quanto riguarda “Verde 9”, pare che anche questo caccia mostri la stessa caratteristica, sebbene sia difficile stabilirlo con certezza.
Alla luce di queste informazioni, personalmente, ritengo che anche il Ta 152 H-1 W.Nr. 150168 presentasse il ventre alare verniciato solo nella porzione frontale, lasciando la rimanente pannellatura scoperta. Ovviamente, questa ipotesi è del tutto opinabile poichè, come si è visto, risulta piuttosto difficile stabilirne la certezza. Sono sicuro che anche i lettori si saranno fatti la loro idea a riguardo e, qualora volessero condividerla, possono liberamente scriverla nei commenti. Ogni punto di vista aggiuntivo è sempre utile!
11 commenti
Complimenti, veramente una bellissima rappresentazione del 152 H.
Evidentemente la sua “mano felice” é tale nel produrre modelli, quadri tridimensionali mi piace chiamarli :-) sia nel comporre testi interessanti come la ricerca sui colori usati negli ultimi mesi di guerra.
L’ho appena letta, di corsa e mi é sembrata molto valida.
kudos to u, come sia usava dire tra noi coatti del web quando giocavamo videogames online ^^
Gentile Alessandro S.,
È un piacere sentirla di nuovo! Sono davvero lusingato per i suoi commenti, e la ringrazio molto! Mi fa sempre piacere che un appassionato apprezzi i miei articoli ed è bello per me poter ricevere le opinioni di altri modellisti, anche per capire se il mio lavoro possa essere utile per qualcuno e come renderlo migliore e più fruibile. Grazie per aver scritto, si senta libero di farlo quando vuole!
Cordiali Saluti.
Alessandro Orseniga
Buon giorno
Ho riletto (con altrettanto piacere della prima volta) la dissertazione sui ” various shades of green” e mi permetto di aggiungere una cosa devo aver visto da qualche parte.
Perché quelle buone lane dell’ Reich Luft Ministerium hanno cominciato a far verniciare i caccia (diurni) di verde quando alla Luftwaffe ed, aggiungerei anche a noi modellisti, andava e va benissimo la combo RLM 74/75/76 ?
In fondo un aereo deve (diciamo doveva) essere minimamente visibile nel suo elemento: in aria, in volo, in quota.
E quello lo svolgeva egregiamente la mimetizzazione fin’ allora utilizzata.
Il fatto é che quel posto là (in aria, in volo, in quota) dalla metà del “44 in poi era pieno di P-51, P47, Tempest e Griffon-Spits. Insomma, era diventato un postaccio !! ^^
A questo si aggiunga che c’era sempre meno benzina, fatto si é che gli aerei volavano sempre meno.
Non solo.
Gli aeroporti erano diventati dei luoghi malfamati dove i suddetti frequentatori erano usi scaricare quantità inimmaginabili di colpi da .50, 20mm, razzi, bombe di ogni tipo, forse anche sacchi del pattume e rifiuti pericolosi ^^.
Da qui il fatto che gli aerei restavano molto più tempo a terra dispersi sotto gli alberi e la necessità era di mimetizzarsi più come fossero panzer che velivoli.
Insomma, se adesso noi siamo qui a preoccuparci delle tonalità di verde invece di vivere nella comfort zone 74/75/76 anche questo dicevo… é colpa degli Americani !! ^^
Che sono speciali in quello: vedi quello che hanno combinato con l’ Olive drab. ^^
Saluti amichevoli.
AS.
Gentile Alessandro S.,
Mi fa piacere che anche rileggendo più attentamente il mio articolo questo continui ad essere di suo gradimento! Quello che dice è giustissimo e la ringrazio per il suo commento! Come ha scritto, le colorazioni introdotte verso la fine del conflitto (RLM 81 v.1, RLM 81 v.2, RLM 81 v.3, RLM 82) avevano lo scopo di adattare i velivoli alla strategia bellica adottata dalla Luftwaffe più marcatamente difensiva che offensiva. Si pensa infatti che l’intento principale di queste colorazioni fosse proprio mimetizzare i velivoli sui campi di volo piuttosto che in aria.
Grazie per aver scritto, lo faccia quando vuole, è sempre apprezzato!
Cordiali Saluti
Alessandro Orseniga
Check this site out for some different view of ‘green 9’. Note the pattern on the left wing.
Dear Charles,
Thank you for your contribution!
This is the site https://pwm.org.pl/viewtopic.php?f=12&t=76124&start=45
Ottimo lavoro! A mio avviso la cappottatura era un misto tra RLM 82 e RLM 66… tuttavia credo sia impossibile stabilire la precisa tonalità, erano velivoli mimetizzati in tutta fretta utilizzando quello che si aveva.
Caro Edoardo, grazie per il commento.
Sicuramente il colore esatto è molto difficile da stabilire, bisogna però tener conto che la standardizzazione della cappottatura può essere un fattore d’aiuto per determinarne la colorazione, dal momento che questa verniciatura è apparsa su diversi Fw 190 D e almeno due Ta 152 H. Confido che con ulteriori ricerche si possa arrivare a conclusioni più sicure.
Riguardo la foto con lo Ju 88 con la capottatura verde, noto che la pala dell’elica appare più scura rispetto al cofano motore, quindi potrebbe essere che la pala sia nel RLM 70 schwarzgrün più scuro e il cofano nel RLM 71 Dunkelgrün. Di conseguenza il cofano motore del verde9 potrebbe essere RLM 71.
Poi, giusto per divagare, visto che è il bello del modellismo, su alcuni FW 190 Dora, i meccanici applicavano sulle giunzioni delle pannellature inferiori dell’ala, in corrispondenza dei serbatoi, una specie di stucco di colore marrone-rossiccio per prevenire le perdite di carburante, il quale apparivano come delle striscioline irregolari sul RLM 76 di fondo, creando un effetto a parer mio bello, che ho riprodotto sul mio modello. Può essere che lo stesso procedimento sia stato usato anche sui Ta 152?
Caro Moreno,
Grazie mille per il tuo commento e per il tuo parere; mi trovi estremamente d’accordo con la tua riflessione riguardo al confronto tra le pale dell’elica e il cofano del motore dello Ju 88.
Per quanto riguarda lo stucco applicato sui pannelli del ventre alare, non escluderei a priori che potesse essere applicato anche sui Ta 152. Bisogna considerare tuttavia che questi velivoli sono stati impiegati operativamente ben dopo i Focke-Wulf 190 D, e che, vista la situazione bellica nella primavera del 1945, la manodopera fosse ridotta all’essenziale. Potrebbe darsi quindi che lo stucco non fosse applicato sui Ta 152 per questioni di tempo ma, mancando completamente fonti certe a riguardo, sicuramente è un dettaglio plausibile che aggiunge carattere ad un modello.
Ti ringrazio ancora per il tuo commento e per aver espresso il tuo parere. Qualora volessi, non esitare a farlo anche in futuro!